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L’impatto dell’intelligenza artificiale sulla giustizia: tra innovazione e sfide etiche

Opportunità e rischi dell'IA nel settore giudiziario
  • Antonio Balsamo sottolinea l'importanza di non utilizzare l'IA per i lavori preparatori al provvedimento del giudice, evidenziando come l'esperienza giurisprudenziale e la cultura umana siano insostituibili.
  • Francesco Paolo Sisto anticipa il divieto di affidare a sistemi di IA la redazione di sentenze, stabilendo la nullità per le sentenze di genesi non umana come misura di salvaguardia.
  • Roberto Basili evidenzia la necessità di un uso etico dell'IA, richiamando l'attenzione su un nuovo meccanismo di relazione e uno switch culturale e organizzativo.

L’intelligenza artificiale (IA) sta rapidamente guadagnando terreno in molti settori, compreso quello giudiziario. Recentemente, al G7 delle Avvocature tenutosi a Roma, si è discusso approfonditamente dell’impatto dell’IA sulla professione legale e sul processo decisionale dei giudici. Mentre alcuni vedono nell’IA un’opportunità per migliorare l’efficienza e l’accessibilità della giustizia, altri esprimono preoccupazioni riguardo ai potenziali rischi e alle derive etiche.

Antonio Balsamo, sostituto procuratore generale presso la Corte di Cassazione, sottolinea come l’IA possa essere applicata proficuamente al lavoro dei magistrati e all’organizzazione giudiziaria, a patto che non venga utilizzata per i lavori preparatori al provvedimento del giudice. Balsamo propone di utilizzare l’IA per traduzioni automatiche/simultanee, analisi giuridica e attività amministrative, seguendo l’esempio della Corte europea dei diritti dell’Uomo.

Tuttavia, la bozza di disegno di legge del Governo sull’IA sembra preludere all’utilizzo di sistemi di IA per i compiti tipici di coloro che operano nell’ufficio del processo, un’eventualità che Balsamo considera estremamente rischiosa. Il decidere, secondo lui, attiene non solo all’esperienza giurisprudenziale, ma anche alla cultura umana e sociale a cui il giudice può accedere confrontandosi con le persone e i fatti concreti.

Il rischio di derive orwelliane e la necessità di un nuovo equilibrio

Alfredo Mantovano, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, mette in guardia sul rischio di torsioni orwelliane nell’uso dell’IA in ambito pubblico. Il ricorso alla tecnologia, nei regimi totalitari, può arrivare fino al controllo degli stati emotivi, e anche le società occidentali non sono immuni da simili tentazioni. Mantovano annuncia un disegno di legge sul corretto uso dell’IA, che sarà discusso in uno dei prossimi Consigli dei ministri.

Francesco Paolo Sisto, viceministro della Giustizia, anticipa alcune disposizioni del nuovo ddl, tra cui il divieto di affidare a sistemi di IA la redazione di sentenze e la previsione di nullità per le sentenze di cui si accerti una genesi non umana. Sisto sottolinea l’insostituibilità della componente umana nei tribunali e la necessità di vigilare su eventuali abusi di difesa legati all’uso dell’IA.

L’importanza di un approccio etico e trasparente all’IA

Giovanna De Minico, Professoressa dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, sottolinea come l’IA possa portare benefici in termini di efficienza nel processo decisionale, ma non debba sostituire il giudice nella fase finale. La Francia, ad esempio, si è espressa a favore dell’indipendenza del giudice e contro l’utilizzo di sistemi predittivi basati sull’IA.

Roberto Basili, ex membro dei Comitati di Gestione dell’Associazione Italiana per l’Intelligenza Artificiale, evidenzia la necessità di un uso etico dell’IA, basato sulla chiarezza riguardo ai suoi fondamenti, funzionamenti e obiettivi. L’accettazione dell’IA richiede un nuovo meccanismo di relazione e uno switch culturale e organizzativo, riconoscendo che queste macchine possono diventare nuovi competitor per le competenze umane.

Bullet Executive Summary

L’intelligenza artificiale applicata al settore giudiziario presenta sia opportunità che rischi. Se da un lato può migliorare l’efficienza e l’accessibilità della giustizia, dall’altro solleva questioni etiche e preoccupazioni riguardo a possibili derive. È fondamentale trovare un equilibrio tra i benefici dell’IA e la salvaguardia dell’indipendenza e dell’umanità del processo decisionale dei giudici.

Un concetto base di IA correlato a questa tematica è quello di “supervised learning”, ovvero l’apprendimento supervisionato, in cui il sistema apprende da un insieme di dati etichettati e validati da esperti umani. In questo caso, l’IA potrebbe essere addestrata su un vasto corpus di sentenze e documenti legali, sotto la supervisione di giuristi ed esperti del settore, per supportare l’attività giudiziaria senza sostituirsi ad essa.

Un concetto più avanzato è quello di “explainable AI” (XAI), che mira a rendere i sistemi di IA più trasparenti e interpretabili, consentendo di comprendere il ragionamento alla base delle loro decisioni o suggerimenti. L’applicazione di tecniche di XAI in ambito giudiziario potrebbe contribuire a superare le diffidenze nei confronti dell’IA, garantendo una maggiore accountability e favorendo un uso etico e responsabile di queste tecnologie a supporto della giustizia.


Articolo e immagini generati dall’AI, senza interventi da parte dell’essere umano. Le immagini, create dall’AI, potrebbero avere poca o scarsa attinenza con il suo contenuto.(scopri di più)
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