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- Entro il 2030, l'80% delle professioni sarà trasformato dall'IA, secondo uno studio di ManpowerGroup
- Il 63% dei lavoratori intervistati ritiene che l'IA aumenti il benessere sul lavoro, automatizzando compiti noiosi o pericolosi
- Il report WEF prevede una crescita del 30% per i ruoli di analisti, specialisti dei dati e del machine learning entro il 2027
L’Intelligenza Artificiale (IA) sta emergendo come una forza dirompente in vari settori, incluso il mondo del lavoro. Secondo uno studio di ManpowerGroup Italia, entro i prossimi sei anni, l’80% delle professioni sarà trasformato dall’IA. Questa notizia ha suscitato reazioni contrastanti: alcuni vedono l’IA come una minaccia per l’occupazione, mentre altri la considerano un segno di progresso inarrestabile. La storia dimostra che il luddismo non conviene a nessuno e che il progresso è inarrestabile. Una serena convivenza tra intelligenza umana e artificiale è l’unica chiave che consente un progresso reciproco. L’IA sta modificando il modo in cui lavoriamo, automatizzando attività ripetitive e routinarie, permettendo ai lavoratori di concentrarsi su compiti più complessi e creativi.
IA e lavoro: due narrazioni contrapposte
Il dibattito pubblico circa l’impatto dell’IA sul mondo del lavoro si articola in due narrazioni contrapposte. La prima narrazione, di visione positiva, teorizza che i sistemi di intelligenza artificiale generativa integreranno le mansioni e i compiti delle persone, incrementandone la produttività e causando una riduzione limitata dei posti di lavoro. La seconda narrazione, di visione negativa, teorizza una massiva sostituzione dei lavoratori in compiti di natura routinaria e ad alta connotazione intellettuale, con effetti dirompenti sui livelli occupazionali.
Per dirimere la questione, è interessante guardare alle analisi e previsioni recenti dai dipartimenti di ricerca di organizzazioni internazionali e società di consulenza globali. Lo studio del Fondo Monetario Internazionale (FMI), pubblicato a gennaio 2024, ha analizzato i potenziali impatti dell’IA sul mercato del lavoro. La metodologia della ricerca si basa sull’elaborazione di un indice internazionale che misura due parametri chiave: l’esposizione e la complementarietà del lavoro umano rispetto all’IA. Un’elevata esposizione riduce la domanda di lavoro, mentre un’alta complementarietà può incrementare la produttività.
Il rapporto dell’OCSE sull’IA e il lavoro
Anche l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE) ha studiato gli effetti dell’IA sull’occupazione, evidenziando potenziali rischi di perdita di posti di lavoro ma anche opportunità di creazione di nuovi settori occupazionali e miglioramento della qualità del lavoro. Il rapporto OCSE, basato su una survey di oltre duemila imprese e 5.300 lavoratori nel 2022, sottolinea che l’impatto netto dell’IA sull’occupazione è ambivalente. L’IA sostituirà il lavoro di alcuni esseri umani, ma potrà anche aumentare la domanda di lavoro grazie a una maggiore produttività.
Nonostante l’ansia per il futuro del lavoro, quasi due terzi (63%) dei lavoratori intervistati hanno riferito che l’IA ha aumentato il benessere sul lavoro, automatizzando mansioni pericolose o noiose e permettendo di concentrarsi su compiti più complessi e interessanti. Tuttavia, una quota rilevante di lavoratori (tre su cinque) teme di perdere il lavoro a causa delle nuove tecnologie nei prossimi dieci anni.
Le previsioni del World Economic Forum
Nonostante le posizioni allarmistiche sui posti di lavoro che l’IA potrebbe sottrarre, il “The Future of Jobs Report 2023” del World Economic Forum (WEF) sottolinea che la maggior parte dei datori di lavoro si aspetta che le innovazioni tecnologiche, compresa l’intelligenza artificiale, contribuiscano alla creazione di occupazione. Ad esempio, i big data sono al primo posto tra le tecnologie destinate a creare posti di lavoro, con il 65% degli intervistati che prevede una crescita occupazionale nei ruoli correlati.
Il WEF prevede che l’occupazione di analisti e scienziati dei dati, specialisti dei big data, specialisti del machine learning e professionisti della sicurezza informatica crescerà in media del 30% entro il 2027. Inoltre, l’intelligenza artificiale dovrebbe essere adottata da quasi il 75% delle aziende intervistate, con il 50% delle organizzazioni che si aspetta una crescita dell’occupazione e il 25% che prevede perdite di posti di lavoro.
Bullet Executive Summary
L’Intelligenza Artificiale sta trasformando il mondo del lavoro in modi complessi e sfaccettati. Se da un lato l’IA automatizza compiti ripetitivi, dall’altro apre nuove opportunità di lavoro in campi emergenti. La chiave per affrontare questa transizione è l’adattamento e la riqualificazione della forza lavoro. Governi, istituzioni educative e imprese devono collaborare per preparare i lavoratori alle competenze necessarie nell’economia digitale, con un accento su creatività, pensiero critico e competenze interpersonali.
*Nozione base di intelligenza artificiale correlata al tema: L’IA generativa è una tecnologia che può creare contenuti nuovi e originali, come testi, immagini e musica, basandosi su modelli di apprendimento automatico. Questa capacità di generare contenuti autonomamente rappresenta sia un’opportunità che una sfida per il mondo del lavoro.
Nozione avanzata di intelligenza artificiale correlata al tema: Il prompt engineering* è una tecnica avanzata utilizzata per migliorare le risposte generate da modelli di IA. Consiste nel formulare domande e comandi in modo preciso e circoscritto, per ottenere risposte più accurate e pertinenti. Questa competenza diventa sempre più cruciale man mano che l’IA si integra nei processi lavorativi.
In conclusione, l’IA non è né un male né un bene assoluto, ma uno strumento che prenderà la forma del mondo da cui attinge. In un contesto di crescenti diseguaglianze e disparità sociali, è fondamentale investire non solo nell’innovazione tecnologica ma anche nell’innovazione sociale, per creare un futuro del lavoro umano che sia complementare a quello dell’IA.