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Rivoluzione alla WWDC: Apple e OpenAI insieme per una nuova era dell’Intelligenza Artificiale

Scopri i dettagli dell'accordo tra Apple e OpenAI, le nuove funzionalità di Siri e le sorprese attese alla Conferenza Mondiale degli Sviluppatori.
  • Apple annuncia una collaborazione con OpenAI alla WWDC per integrare tecnologie avanzate di intelligenza artificiale nei suoi prodotti.
  • La nuova piattaforma Apple Intelligence migliorerà l'esperienza utente, ad esempio permettendo a Siri di eseguire comandi complessi e sequenziali.
  • Le nuove funzionalità di iOS 18, basate sull'AI generativa, saranno disponibili solo su dispositivi più recenti come iPhone 16 e 15 Pro, mentre i modelli più vecchi non potranno sfruttarle appieno.

Da 13 anni a capo di Apple, Tim Cook ha portato l’azienda a livelli di profitto e popolarità mai visti prima. Tuttavia, ha lanciato un solo prodotto nuovo: il Vision Pro, presentato l’anno scorso. Ci vorrà tempo per capire se la realtà virtuale, mista e aumentata, che il Ceo di Apple chiama “spatial computing”, prenderà piede. Nel frattempo, il mondo della tecnologia sta facendo i conti con un cambio di paradigma epocale, e Apple sembra essere rimasta indietro rispetto al boom dell’intelligenza artificiale.

La Conferenza Mondiale degli Sviluppatori, che apre lunedì, rappresenta per Cook l’occasione di dimostrare che Apple ha una strategia e una visione, anche se probabilmente vedremo solo software. La WWDC è il momento dell’anno in cui si discutono i nuovi sistemi operativi, che arriveranno a settembre-ottobre con i nuovi iPhone, seguiti da aggiornamenti ai computer la settimana dopo.

Nonostante i paper accademici, il software in open source e le indiscrezioni, Apple non ha una sua intelligenza artificiale nel senso di OpenAI o Google. Tuttavia, negli ultimi mesi, Apple ha concentrato le trattative con questi due colossi per utilizzare le loro tecnologie sui prodotti della Mela. Alla WWDC, sarà annunciato un accordo con OpenAI; potrebbe comparire anche il Ceo Sam Altman per un breve intervento.

La data di lunedì sarà ricordata come quando nel 1997 Steve Jobs si collegò con Bill Gates, Ceo di Microsoft, per un accordo che salvò Apple dalla bancarotta. Oggi la situazione è diversa, ma Cupertino ha bisogno di “meaningful partnership” per rimanere rilevante negli ultimi due decenni. La strada che ha portato all’accordo con OpenAI non è stata priva di controversie. John Giannandrea, capo del machine learning di Apple, si è opposto all’idea di integrare chatbot su modelli di linguaggio di grandi dimensioni. Satya Nadella, attuale Ceo di Microsoft, ha espresso preoccupazioni, dato il rapporto privilegiato con OpenAI.

Per Apple, il vantaggio è la separazione fra l’azienda e i malfunzionamenti delle soluzioni AI. Potrà concludere altri accordi, con Google o un partner cinese, per prodotti destinati alla Repubblica Popolare, e avrà più tempo per sviluppare una soluzione proprietaria, che è l’obiettivo finale della strategia. Dopo aver evitato di usare l’espressione “artificial intelligence”, preferendo la tecnica “machine learning”, Apple potrebbe presentare soluzioni come “AI” nel senso di “Apple Intelligence”: un colpo di genio del marketing.

La nuova piattaforma integrata in tutti i sistemi operativi della Mela sfrutterà l’intelligenza artificiale per migliorare l’esperienza utente. Combinerà le tecnologie proprietarie che Apple usa, come il fotografico, con le capacità di OpenAI, creando un sistema potente e versatile. Le applicazioni di Apple Intelligence potrebbero riguardare diversi ambiti: Siri dovrebbe controllare le app in modo diretto, eseguendo comandi complessi e sequenziali. Gli utenti potranno chiedere a Siri di riassumere articoli, modificare foto e gestire appuntamenti e notifiche tramite comandi vocali. Safari potrebbe riassumere il contenuto dei siti visitati, Mail rispondere alle lettere preparando bozze automaticamente. Una funzione permetterà di creare emoji AI personalizzabili con stringhe di testo e la trascrizione di memo vocali in testo.

Apple potrebbe aprire queste funzionalità agli sviluppatori di terze parti, creando un ecosistema di app e servizi che sfruttano l’IA in modo innovativo. L’azienda di Tim Cook ha sempre posto enfasi sulla sicurezza e la privacy, e Apple Intelligence non farà eccezione. Le funzionalità di IA saranno opt-in, quindi bisognerà attivarle per usarle. Apple utilizzerà una combinazione di elaborazione su dispositivo e cloud per garantire che i dati degli utenti siano protetti. L’attenzione alla sicurezza potrebbe dare ad Apple un vantaggio rispetto ai concorrenti, che spesso sacrificano la privacy per funzionalità avanzate.

Non sappiamo quanto tempo ci vorrà perché l’intelligenza artificiale cambi il modo in cui interagiamo con la tecnologia, ma è certo che accadrà. Gli esseri umani e i computer interagiranno in linguaggio naturale, e le attuali interfacce utente diventeranno goffe e obsolete. Rabbit R1 e Humane Pin non stabiliranno nuovi standard di comunicazione tra uomo e macchina, ma indicheranno la strada che altri seguiranno (magari anche Apple: si parla di AirPods con fotocamere integrate, robot casalinghi e Watch con intelligenza artificiale). Arriveranno altri dispositivi AI, molti falliranno, ma alla fine qualcuno potrebbe farcela. Cupertino non può permettersi di farsi trovare impreparata.

L’intelligenza artificiale sugli iPhone con iOS 18: cosa sappiamo dei piani di Apple

L’accordo con OpenAI, una nuova Siri e emoji customizzate: queste sono alcune delle indiscrezioni in attesa degli annunci alla WWDC. La certezza dell’accordo porterà Apple a sfruttare la tecnologia di OpenAI sui suoi software e dispositivi. Secondo una fonte che ha parlato con il Ceo Sam Altman, «Ha realizzato un obiettivo di lunga data che potrebbe valere miliardi di dollari per la startup se l’operazione andrà a buon fine».

L’intelligenza artificiale di OpenAI ha la probabilità di migliorare le funzionalità di Siri, l’assistente virtuale lanciato 13 anni fa e che non è rimasto al passo coi tempi. Come “ingresso” nella nuova corsa tecnologica iniziata un anno e mezzo fa con il lancio di ChatGPT e proseguita con Gemini di Google, Claude di Anthropic e Meta AI di Meta, capiremo di più sul palcoscenico della Worldwide Developer Conference (WWDC), la conferenza annuale degli sviluppatori a Cupertino il 10 giugno. Questo palcoscenico sarà il luogo in cui Apple racconterà la sua strategia per entrare in gara.

Se per l’azienda la sua partecipazione non è in questione – ha dichiarato che l’intelligenza artificiale è sui dispositivi e integrata da anni – il resto dell’industria si divide tra chi ritiene Apple in forte ritardo e chi vede l’azienda in attesa di riflettere su come distinguersi e proporre una visione più consapevole. Secondo le indiscrezioni, il 10 giugno avremo le prime risposte. Per le prime applicazioni, dovremo aspettare settembre, con i prossimi sistemi operativi (iOS 18 e altri).

La strategia di Apple si articola in tre direzioni. La prima: sfruttare un modello di linguaggio esterno per portare un chatbot funzionante che diventi il nostro assistente personale sull’iPhone e altri dispositivi. La società ha lavorato per sviluppare altri due modelli di linguaggio: il primo pensato per lavorare “on device” sfruttando il Neural Engine inserito nei dispositivi per ogni operazione all’interno del dispositivo, in modo che i dati e le informazioni rimangano lì. Il secondo modello sfrutta il cloud e dialoga con i server dell’azienda per rispondere agli input.

Apple non sta costruendo il suo chatbot, ma sa che il mercato lo vuole e sta andando altrove per averlo. Questo è lo stesso schema di gioco della ricerca, come nel caso del motore di ricerca di Google, integrato nel browser Safari. Non si esclude che Apple possa concludere un accordo con Google per il suo Gemini. Non tutti apprezzano l’alleanza tra OpenAI e Apple: secondo The Information, il responsabile del machine learning di Cupertino, John Giannandrea, si è opposto all’idea di sfruttare software esterni. D’altra parte, Microsoft, che ha investito nella società di Altman oltre 13 miliardi di dollari, non vede di buon occhio l’idea che parte della tecnologia del partner finisca sui dispositivi del principale competitor.

Il nuovo Siri, essenzialmente basato sul modello di linguaggio di OpenAI e su altri due modelli proprietari, dovrebbe trasformarsi in un assistente personale che ci aiuti nelle attività quotidiane sul telefono. Alcune funzioni saranno simili ai primi esempi di “intelligent phone”, come il Galaxy S24 di Samsung con Galaxy AI. Si parla di azioni come ritrovare foto in Galleria scattate cinque anni prima evitando di scrollare tra migliaia di scatti, riassumere una mail o scriverne una sulla base di informazioni arrivate in un messaggio, dare maggiori dettagli su un oggetto in un’immagine, spostare file e documenti da un’app all’altra, rispondere a domande su una notizia senza consigliarci link.

Siri dovrebbe imparare a gestire le notifiche, creandoci riepiloghi con la funzione “Catch Up” su nostra richiesta. La capacità multimodale sul modello GPT-4 permetterà di interagire con Siri con diverse tipologie di input, non solo testuali, ma anche foto, video e voce. L’idea è che con l’iPhone finiremo per parlarci, chiedendo di fare cose senza bisogno di nessuno o pochi tap. Siri risponderà con una nuova voce, più naturale e “umanizzata”: di GPT-4, in italiano, risultano “sintetiche”. Apple ne starebbe creando una di proprietà. Il nuovo Siri non dovrebbe arrivare prima del 2025, come parte di un aggiornamento successivo di iOS 18.

Così Apple vuole recuperare il ritardo nella corsa all’Intelligenza Artificiale

All’inizio del decennio, le dimostrazioni interne di Apple di una Siri rinnovata catturarono l’attenzione del pubblico, mostrando le straordinarie potenzialità di un assistente vocale basato sull’Intelligenza Artificiale (AI). La celebre assistente vocale, uno degli ultimi progetti su cui lavorò il co-fondatore di Apple, Steve Jobs, prima della sua scomparsa, subì una rivoluzione totale. La nuova versione di Siri, funzionante su iPhone anche senza connessione Internet, impressionò per la velocità migliorata, le capacità conversazionali e l’accuratezza nel comprendere i comandi degli utenti.

Conosciuto con il nome in codice “Project Blackbird”, l’ambizioso progetto prevedeva lo sviluppo di funzionalità da parte di terzi, secondo fonti interne. Tuttavia, prima del decimo anniversario del lancio di Siri, un progetto concorrente trionfò in un concorso interno. Chiamato Siri X, l’aggiornamento modesto trasferì le funzionalità software di Siri sugli iPhone dai server remoti, portando significativi miglioramenti in velocità e privacy dell’assistente vocale. Siri X fu ufficialmente presentato nel 2021.

La prossima settimana, in occasione della Apple Worldwide Developers Conference, l’azienda si prepara a entrare nella corsa all’AI che determinerà il futuro della tecnologia. Il produttore di iPhone sta cercando di colmare il divario con Microsoft, Google Alphabet e altri concorrenti, che hanno iniziato a integrare l’Intelligenza Artificiale generativa nei loro prodotti principali. La cautela e il riserbo tipici di Apple, insieme all’attenzione nel perfezionare i propri dispositivi, hardware e software integrati, hanno rallentato gli iniziali sforzi dell’azienda nell’AI. Ora, Apple si trova in una posizione insolita, costretta a prendere rischi.

Fonti vicine ai piani aziendali prevedono che l’azienda annuncerà miglioramenti all’AI generativa per i suoi prodotti software, tra cui Siri. Questi miglioramenti includeranno funzionalità di assistenza nella scrittura di messaggi, nell’editing di foto e nel riassumere testi. Apple potrebbe non essere in prima linea nell’innovazione dell’AI del futuro, ma si appresta a presentare funzionalità di Intelligenza Artificiale sorprendenti, che danno priorità alla privacy degli utenti, cruciale per sfruttare il potenziale degli assistenti AI.

Apple ha puntato alla perfezione nel lancio dei suoi prodotti, ma questo obiettivo diventa quasi irraggiungibile con l’emergere dei modelli di Intelligenza Artificiale. I sistemi di OpenAI hanno impressionato 180 milioni di utenti generando testi, immagini e video, ma mostrano errori e “allucinazioni”. Queste problematiche non sono tollerate da Apple. «L’Intelligenza Artificiale non può raggiungere la perfezione assoluta, ed è un punto fondamentale», ha dichiarato Pedro Domingos, professore emerito di informatica e ingegneria presso l’Università di Washington. «Apple non rilascerà nulla finché non lo riterrà perfetto».

Fonti rivelano che Apple sta valutando la possibilità di permettere agli utenti di optare per un fornitore terzo di Intelligenza Artificiale che potrebbe sostituire o alimentare Siri. Non è chiaro come un nuovo fornitore di AI potrebbe migliorare o sostituire Siri, se Apple deciderà di implementare questa idea. Bloomberg ha segnalato una collaborazione con OpenAI, mentre The Information ha discusso i tentativi di rinnovare Siri. Google, Microsoft e Samsung Electronics hanno iniziato a integrare l’AI generativa nei loro dispositivi e servizi. Apple è in ritardo rispetto a questa evoluzione, ma molti investitori ed esperti di AI sono fiduciosi che l’azienda saprà trovare un modo per portare l’Intelligenza Artificiale generativa al grande pubblico.

Apple ha la capacità di realizzare qualsiasi obiettivo si prefigga», ha affermato Vineet Khosla, ex responsabile tecnico del team di Siri e attualmente Chief Technology Officer al Washington Post. «L’azienda si distingue per il forte orientamento al consumatore e l’obiettivo di sviluppare un’Intelligenza Artificiale funzionale e rispettosa della privacy degli utenti».

Negli anni, Apple ha perfezionato Siri e ha integrato funzionalità di Intelligenza Artificiale nei suoi prodotti. Nel recente lancio dell’headset Vision Pro, l’AI è stata impiegata per il tracciamento degli occhi e delle mani. Siri, lanciata nel 2011, ha inizialmente posto Apple in una posizione di vantaggio rispetto ai rivali nel campo degli assistenti virtuali basati sull’Intelligenza Artificiale. Jobs, nel 2010, guidò l’acquisizione e la creazione di Siri, incoraggiando il team a mantenere lo spirito scherzoso e l’umorismo dell’assistente. Il lancio anticipato dimostrò la volontà dell’azienda di correre rischi.

Gli iPhone che non sfrutteranno le nuove funzioni AI di iOS 18

L’aggiornamento iOS 18 porterà sugli iPhone funzioni basate sull’intelligenza artificiale, ma soltanto i prossimi modelli della famiglia 16 e i due 15 Pro potranno sfruttarne tutte le capacità. Questo scenario si configura a tre mesi dalla diffusione dell’update, che interesserà generazioni datate di iPhone che non hanno la potenza di calcolo sufficiente per abbracciare le novità dell’intelligenza artificiale.

Si parla di iOS 18 come del più importante aggiornamento degli ultimi anni, se non di sempre, poiché Apple introdurrà una vasta gamma di funzioni basate su AI, processate in parte sul dispositivo stesso. I processi più elaborati avverranno in cloud dai server proprietari. Gli iPhone compatibili con iOS 18 saranno quelli che hanno accolto la precedente versione iOS 17, ovvero le famiglie iPhone 15, iPhone 14, iPhone 13, iPhone 12, iPhone 11 e i vecchi iPhone Xs, Xs Max, iPhone Xr e iPhone SE modello 2020.

Al centro dell’update ci sarà una versione potenziata e riprogettata di Siri, basata sul modello di linguaggio di Apple, che potrà accogliere funzioni di AI generativa per riorganizzare appunti, aprire siti Internet, agire sui documenti e memorizzare email ricevute. Mark Gurman di Bloomberg sottolinea che la maggior parte delle nuove funzioni basate su AI sarà sfruttabile solo sui nuovi iPhone 16 e iPhone 15 Pro e 15 Pro Max. Sul lato Mac, solo i modelli con chip M1 potranno accogliere le prossime utilità AI di macOS.

Accedere alle capacità di iOS 18 potrebbe essere una motivazione per passare alle nuove generazioni per molti utenti, ma potrebbe anche muovere una fetta di utenti verso altri lidi con dispositivi più abbordabili e con AI già mature e collaudate.

Bullet Executive Summary

In conclusione, Apple si prepara a fare il suo ingresso nella corsa all’intelligenza artificiale con una serie di annunci attesi alla WWDC. La collaborazione con OpenAI e l’introduzione di nuove funzionalità basate sull’AI nei suoi dispositivi rappresentano un passo significativo per l’azienda di Cupertino. Tuttavia, la sfida sarà mantenere la privacy e la sicurezza degli utenti, un aspetto cruciale per Apple.

Nozione base di intelligenza artificiale: L’intelligenza artificiale si riferisce alla capacità di un sistema di eseguire compiti che normalmente richiederebbero l’intelligenza umana, come il riconoscimento vocale, la comprensione del linguaggio naturale e la visione artificiale.

Nozione avanzata di intelligenza artificiale: L’AI generativa, come quella sviluppata da OpenAI, è un tipo di intelligenza artificiale che può creare nuovi contenuti, come testi, immagini e video, basandosi su modelli di linguaggio avanzati. Questo tipo di AI ha il potenziale di trasformare radicalmente il modo in cui inter


Articolo e immagini generati dall’AI, senza interventi da parte dell’essere umano. Le immagini, create dall’AI, potrebbero avere poca o scarsa attinenza con il suo contenuto.(scopri di più)
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