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Abbiamo oltrepassato il punto di non ritorno dell’IA: la visione di Martin Hilbert

Il professor Martin Hilbert dell'Università della California avverte che l'IA ha oltrepassato il punto di non ritorno, proponendo un approccio bifronte per mitigare i rischi e sfruttare i benefici.
  • Martin Hilbert afferma che l'IA ha raggiunto un livello di integrazione tale da rendere impossibile un arresto improvviso.
  • Le tre regole di Hilbert per controllare l'IA si sono rivelate inadeguate: l'IA è online e interagisce con persone vulnerabili.
  • Rodney Brooks prevede che il 2024 potrebbe portare a un altro "inverno dell'IA" a causa della sovrastima delle sue capacità.

Come un moderno Prometeo che porta il fuoco agli uomini, l’Intelligenza Artificiale (IA) irrompe nel nostro mondo, portando con sé doni e pericoli. In un’intervista al quotidiano El Colombiano, il professor Martin Hilbert, luminare dell’Università della California e pioniere nello studio dei sistemi sociali digitalizzati, lancia un monito all’umanità: l’Intelligenza Artificiale ha oltrepassato il punto di non ritorno. ChatGPT, DALL-E 2, Copilot, MidJourney, AlphaCode: questi nomi non evocano più fantascienza, ma strumenti reali che sfidano i confini del possibile.

L’IA generativa, capace di creare immagini, testi, codice e musica da semplici istruzioni, rappresenta un’evoluzione epocale che apre scenari inquietanti. “Non possiamo spegnerla con un pulsante rosso” afferma Hilbert, sottolineando la pervasività dell’IA in ogni aspetto della vita, dall’economia all’istruzione, dalla salute alla politica. Un’integrazione così profonda rende impossibile un arresto improvviso, sollevando interrogativi sulla capacità di governare questo fenomeno.

Le tre regole ipotizzate da Hilbert – non connettere l’IA a internet, impedirle di interagire con persone vulnerabili e prevenire la superintelligenza – si sono rivelate inadeguate. L’IA è online, interagisce con tutti e la corsa verso l’intelligenza superiore sembra inarrestabile. Tuttavia, non tutto è perduto. L’esperto propone un approccio bifronte: mitigare i rischi esistenziali investendo nella ricerca e istituendo organismi di controllo degli algoritmi, ed esplorare i benefici dell’IA per integrarla nella società. La sfida è aperta. L’umanità è di fronte a un bivio: soccombere al timore o sfruttare il potenziale dell’IA per costruire un futuro migliore. La scelta è nelle nostre mani.

L’intelligenza artificiale è arrivata ad un punto di svolta?

Rodney Brooks, ex direttore del Computer Science and Artificial Intelligence Laboratory del MIT, ha previsto che il 2024 potrebbe essere l’anno di svolta per l’intelligenza artificiale (IA). Secondo Brooks, l’attuale entusiasmo per l’IA sta seguendo un ciclo di esagerazione noto nella storia di 60 anni. Brooks avverte che potrebbe esserci un altro “inverno dell’IA”, o forse un “inverno tecnologico” completo, dietro l’angolo.

Brooks, che studia il software dagli anni ’70 ed è considerato uno degli esperti più realizzati in robotica e intelligenza artificiale, ha osservato cicli simili di pubblicità, delusioni, false promesse e battute d’arresto. Per il 2024, Brooks si riferisce ai Large Language Models (LLM), come ChatGPT e altri sistemi creati da Bing e Google’s Deep Mind. Pur ritenendo questi sistemi capaci di imprese impressionanti, Brooks sostiene che non abbiano la capacità di diventare un’Intelligenza Generale Artificiale rivoluzionaria. Brooks critica gli LLM per la loro incapacità di eseguire compiti di codifica semplici senza errori. Questi sistemi sono semplicemente abili parolieri, non esseri ultra-intelligenti in grado di fare scoperte incredibili.

“Gli LLM non hanno un modello sottostante del mondo con cui sono in connessione, sono semplicemente correlazioni tra linguaggio. I grandi modelli di linguaggio dicono come dovrebbe suonare una risposta, che è diverso da una risposta”, ha aggiunto Brooks. Se le riflessioni di Brooks sono accurate, lo stesso potrebbe essere vero per GPT-5, GPT-6 e oltre. Brooks è solo uno dei molti esperti che hanno espresso opinioni contrastanti sull’IA. Bill Gates, ad esempio, ha affermato che l’IA è una delle tecnologie più promettenti del nostro tempo, con il potenziale per risolvere problemi urgenti. Solo il tempo dirà se Brooks ha ragione o meno. Nel frattempo, è importante essere consapevoli dei potenziali rischi e benefici dell’IA e essere coinvolti nel dibattito su come sviluppare e utilizzare questa tecnologia in modo responsabile.

Non si può spegnere l’Intelligenza Artificiale: l’esperto lancia l’allarme

L’Intelligenza Artificiale è il grande tema del momento, interrogando le potenzialità e i rischi del suo utilizzo. In meno di due anni, il chatbot ChatGPT di OpenAI è stato reso pubblico e utilizzato, e l’IA ha raggiunto traguardi sorprendenti, segnando un prima e un dopo in diversi ambiti della conoscenza e del modo in cui interagiamo con la società. I progressi hanno portato molti accademici a ritenere che l’anno 2023 abbia segnato una pietra miliare storica con lo sviluppo di diversi strumenti basati sull’Intelligenza Artificiale generativa, come il generatore di immagini DALL-E 2, Copilot di Github, il generatore di arte MidJourney, AlphaCode di DeepMind e nuove versioni di ChatGPT, Bing e Gemini.

Questi strumenti utilizzano algoritmi avanzati di intelligenza artificiale per creare nuovi contenuti, che si tratti di testo, immagini, codice o video, a partire da brevi istruzioni (prompt). L’euforia è affiancata dai timori sull’impossibilità di controllare l’impiego dell’IA, avviata con un bottone che spegnerla potrebbe potenzialmente provocare danni. Il professor Martin Hilbert dell’Università della California, un accademico internazionale che ha dedicato la sua carriera a svelare i sistemi sociali digitalizzati, ha lanciato l’allarme sull’IA, richiamando l’attenzione su questo rischio.

Hilbert ha evidenziato che l’IA generativa è uno strumento di persuasione, progettato per migliorare le relazioni, aumentando l’empatia e l’intelligenza emotiva. Sistemi come ChatGPT sono indistinguibili dagli esseri umani nelle interazioni. “All’Università della California, valutiamo l’intelligenza con un test, la media degli esseri umani è del 65%, ChatGPT è del 90%”. Traguardi sorprendenti e straordinarie conquiste tecnologiche non possono offuscare i punti oscuri dell’IA. Hilbert ha ricordato che 20 anni fa, in una conversazione, immaginava un mondo se l’intelligenza artificiale fosse esistita. L’entusiasmo era affiancato alla considerazione di possibili pericoli.

Hilbert ha stabilito tre regole: “non collegarla a una rete Internet aperta, impedirle di interagire con persone vulnerabili come bambini e persone con problemi di salute mentale, e assicurarsi che non possa programmarsi per raggiungere la superintelligenza”. Tuttavia, questo non è avvenuto. L’intelligenza artificiale è integrata in processi aperti, interagisce con bambini e scrive codice più efficiente rispetto agli studenti. “Abbiamo superato il punto in cui potremmo spegnerla con un pulsante rosso”, ha ammonito. L’allarme è di non riuscire a governare un fenomeno così potente e diffuso.

L’IA supera l’umanità iniziale in intelligenza, integrandosi rapidamente in tutti i settori: economia, istruzione, salute personale. Questa integrazione abbraccia anche ambiti come la politica e la democrazia, di cui non comprendiamo appieno le implicazioni. La complessità e la mancanza di comprensione non sono nuove nelle scienze sociali e nei sistemi adattivi come l’economia e la guerra. “L’Intelligenza Artificiale aggiunge complessità a questi sistemi e dobbiamo gestirla con grande cura e rispetto, non compresa appieno dall’inizio e comprendiamo meno adesso”, ha spiegato.

Con l’intelligenza artificiale bisogna procedere senza cadere nell’ansia. La soluzione per una gestione ottimale passa attraverso due strade principali: concentrarci sulla mitigazione dei rischi esistenziali che la tecnologia comporta, automatizzando aspetti fondamentali della nostra specie, e investire risorse nella ricerca e comprensione dell’impatto dell’intelligenza artificiale, istituendo una sovrintendenza degli algoritmi per verificarne e controllarne l’utilizzo. Inoltre, è fondamentale esplorare e sfruttare i vantaggi dell’IA in modo positivo, promuovendone l’integrazione responsabile nei diversi processi sociali ed economici. La sfida è appena iniziata.

Bullet Executive Summary

In conclusione, l’Intelligenza Artificiale ha raggiunto un punto di non ritorno, integrandosi profondamente in ogni aspetto della nostra vita. Martin Hilbert e Rodney Brooks offrono visioni contrastanti ma complementari: mentre Hilbert sottolinea l’impossibilità di spegnere l’IA e la necessità di gestirne i rischi, Brooks avverte di un possibile “inverno dell’IA” dovuto all’esagerazione delle sue capacità. Entrambi concordano sull’importanza di un approccio responsabile e consapevole.

Una nozione base di intelligenza artificiale correlata al tema principale dell’articolo è il concetto di Intelligenza Artificiale Generale (AGI), che rappresenta un sistema capace di comprendere, apprendere e applicare conoscenze in modo simile agli esseri umani. Attualmente, siamo ancora lontani dal raggiungere l’AGI, ma i progressi nei modelli di linguaggio e nei sistemi generativi rappresentano passi significativi in questa direzione.

Una nozione avanzata di intelligenza artificiale applicabile al tema dell’articolo è il Concetto di Superintelligenza, che si riferisce a un’intelligenza che supera di gran lunga quella umana in tutti i campi, inclusa la creatività scientifica, la saggezza generale e le abilità sociali. La superintelligenza pone sfide etiche e pratiche immense, richiedendo una riflessione profonda su come gestire un’entità così potente.

La riflessione personale che emerge è che, mentre ci troviamo di fronte a un bivio tecnologico, la scelta su come utilizzare e integrare l’IA nella nostra società è nelle nostre mani. La consapevolezza, la responsabilità e l’innovazione devono guidare il nostro percorso verso un futuro in cui l’IA possa essere un alleato prezioso, piuttosto che una minaccia incontrollabile.


Articolo e immagini generati dall’AI, senza interventi da parte dell’essere umano. Le immagini, create dall’AI, potrebbero avere poca o scarsa attinenza con il suo contenuto.(scopri di più)
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