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Come l’intelligenza artificiale sta cambiando la democrazia: cosa devi sapere

Scopri come l'evoluzione tecnologica e l'IA stanno influenzando il potere computazionale e la partecipazione democratica, e quali rischi e opportunità comportano.
  • Potenza computazionale in continua evoluzione: dai primi computer negli anni '40 agli smartphone di oggi che hanno trasformato la nostra autonomia.
  • Intelligenza artificiale e big data: rischi di oligarchia tecnologica con la concentrazione dei dati nelle mani di pochi.
  • GDPR e regolamentazioni: la necessità di normative per proteggere la democrazia dalle manipolazioni tecnologiche.

L’evoluzione della tecnologia ha sempre avuto un impatto significativo sulla società e sulla democrazia. Dalla Seconda Guerra Mondiale, con la creazione dei primi computer come il Colossus nel Regno Unito e l’Atanasoff-Berry Computer negli Stati Uniti, fino all’introduzione dei transistor al silicio negli anni ’50, la potenza computazionale è diventata sempre più accessibile e diffusa. Negli anni ’60, i circuiti integrati hanno ulteriormente ridotto le dimensioni e i costi dei computer, aumentando le loro funzionalità e inaugurando una nuova era di potenza computazionale nella società.

Negli anni successivi, la distribuzione della potenza computazionale è stata confinata nei “mainframe”, ma la comparsa della Bit generation ha prodotto un meccanismo di decentralizzazione. La rivoluzione tecnologica degli anni ’60, nutrita dalla controcultura californiana, ha portato alla nascita della Silicon Valley, dove l’ideale comunitario e libertario ha influenzato profondamente la filosofia e l’etica di Internet e del personal computer.

Tuttavia, con l’avvento dello smartphone alla fine del primo decennio del XXI secolo, la potenza computazionale personale ha iniziato a risiedere nelle nostre tasche, sottraendoci autonomia. Gli smartphone, infatti, necessitano di una rete invisibile che garantisce la loro operatività e nutre il loro potere computazionale, “datificando” le nostre esistenze personali. La nostra esistenza e la nostra capacità di agire nello spazio pubblico sono state riconfigurate in digitale, trasformando il nostro diritto e potere di cittadinanza in potere computazionale.

Oggi, le nostre esistenze democratiche sono esistenze computazionali, sfruttando le potenzialità delle tecnologie informatiche per una partecipazione più efficace e inclusiva dei cittadini alle decisioni pubbliche. Tuttavia, l’avvento delle intelligenze artificiali sta cambiando l’orizzonte, sfocando il confine tra potere computazionale personale e potere centralizzato nel cloud. Questo solleva la domanda su come rendere democratico il potere centralizzato del cloud e dell’IA, evitando che la democrazia computazionale collassi in un’oligarchia del cloud.

Intelligenza artificiale, quali rischi per la democrazia (e quali regole)

L’intelligenza artificiale (IA) rappresenta un vero pericolo per la democrazia, ben oltre il fenomeno delle fake news. Gli sviluppatori di IA sanno che le decisioni prese dai loro algoritmi di deep learning sono spesso opache, e quando l’IA è abbinata a grandi masse di dati, il rischio di una oligarchia tecnologica diventa reale. La concentrazione di enormi quantità di dati sui comportamenti, abitudini e aspettative delle persone nelle mani di pochi “baroni dei dati” mette a rischio il futuro della democrazia.

Martin Giles, direttore della London School, ha lanciato un allarme sulla necessità di regolamentare l’uso dei dati raccolti, sottolineando l’importanza del GDPR e delle regole antitrust. La vicenda di Cambridge Analytica e le accuse di ingerenze russe nella campagna elettorale presidenziale USA hanno evidenziato come la detenzione di un numero elevatissimo di dati consenta una profilazione di massa, permettendo una comunicazione politica intrusiva e mirata.

Giles ha sottolineato che le democrazie sono indifese di fronte a tecniche sofisticate di manipolazione delle opinioni dell’elettorato, specie se operate con nuove tecnologie della società dell’informazione. La detenzione di grandi quantità di dati consente tecniche di analisi e modalità di profilazione/classificazione degli individui e dei gruppi sociali ampie e pervasive, utilizzando dati “inferiti” per scopi predittivi circa i comportamenti futuri.

L’intelligenza artificiale non solo apprende dai comportamenti umani, ma li analizza, li cataloga e sviluppa tecniche predittive per soddisfare le esigenze e i bisogni degli esseri umani. Tuttavia, più le macchine “sanno” di noi, più possono adottare comportamenti per soddisfare le nostre esigenze, condizionando i nostri comportamenti futuri.

Intelligenza Artificiale e Stato di Diritto. Sfide e Opportunità per le Democrazie Digitali

Il convegno “Intelligenza Artificiale e Stato di Diritto. Opportunità per le Democrazie Digitali” tenutosi a Roma il 3 maggio 2024, ha visto la partecipazione di numerosi esperti e rappresentanti istituzionali. Tra i temi discussi, l’impatto dell’IA sulla democrazia e le sfide che essa pone allo Stato di Diritto.

L’IA offre opportunità per facilitare la partecipazione dei cittadini, rendendo il dibattito più inclusivo e gli elettori più consapevoli. Tuttavia, l’uso incontrollato e improprio dei sistemi alimentati dall’IA può minare il processo democratico. Esempi di microtargeting e deep fake utilizzati durante la campagna elettorale americana dimostrano come l’IA possa influenzare le scelte degli elettori, rafforzando convinzioni radicate e polarizzando l’opinione pubblica.

Il Parlamento europeo ha approvato la prima legge sul controllo dell’intelligenza artificiale il 13 marzo 2024, con l’obiettivo di promuovere un’innovazione digitale che rispetti i diritti fondamentali. È fondamentale trovare un equilibrio tra regolamentazione e implementazione di sistemi intelligenti per beneficiare la comunità.

IA e politica. Chi domina la conversazione sull’intelligenza artificiale

Alla fine di ottobre e all’inizio di novembre 2024, si è assistito a un climax di incontri e dichiarazioni di policy sull’intelligenza artificiale. L’ordine esecutivo americano e l’AI Safety Summit nel Regno Unito hanno messo in evidenza la necessità di sviluppare standard e strumenti per garantire sistemi di IA sicuri e affidabili.

L’ordine esecutivo di Biden richiede agli sviluppatori di potenti sistemi di IA di condividere i risultati delle valutazioni di sicurezza con il governo degli Stati Uniti e di sviluppare standard per test di sicurezza pre-deployment. Il G7 ha prodotto un codice di condotta volontario per guidare le organizzazioni che sviluppano sistemi di IA avanzati, mentre l’AI Safety Summit in Gran Bretagna ha prodotto un impegno legalmente non vincolante per testare gli ultimi modelli di IA prima del loro rilascio.

Le critiche all’AI Safety Summit hanno evidenziato l’enfasi del governo britannico sui rischi esistenziali dell’IA, mettendo in secondo piano altre preoccupazioni pressanti. La società civile ha chiesto maggiore trasparenza e accesso ai modelli di IA, sostenendo che l’apertura e la trasparenza sono fondamentali per mantenere la sicurezza nell’era dell’IA.

Bullet Executive Summary

In conclusione, l’intelligenza artificiale rappresenta una sfida significativa per la democrazia moderna. Mentre offre opportunità per una partecipazione più inclusiva e consapevole dei cittadini, pone anche rischi di manipolazione delle opinioni e di concentrazione del potere nelle mani di pochi “baroni dei dati”. È essenziale trovare un equilibrio tra regolamentazione e innovazione per garantire che l’IA possa beneficiare la comunità senza compromettere i principi democratici.

Una nozione base di intelligenza artificiale correlata al tema principale dell’articolo è il concetto di machine learning, che permette ai sistemi di IA di apprendere dai dati e migliorare le loro prestazioni nel tempo. Una nozione avanzata è il deep learning, una sottocategoria del machine learning che utilizza reti neurali artificiali per analizzare grandi quantità di dati e fare previsioni complesse.

Riflettendo su questi temi, è importante considerare come possiamo utilizzare l’IA per migliorare la nostra società senza perdere di vista i valori fondamentali della democrazia e della libertà individuale. La tecnologia deve essere uno strumento al servizio dell’umanità, non un mezzo per controllarla.


Articolo e immagini generati dall’AI, senza interventi da parte dell’essere umano. Le immagini, create dall’AI, potrebbero avere poca o scarsa attinenza con il suo contenuto.(scopri di più)
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