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- Le microimprese rappresentano il 98% del tessuto produttivo italiano, ma mancano di figure specializzate come il Chief Artificial Intelligence Officer.
- Il regolamento europeo sull'IA, approvato con 523 voti favorevoli, mira a proteggere i diritti fondamentali e promuovere l'innovazione.
- Nuove norme vietano applicazioni di IA che minacciano i diritti dei cittadini, come i sistemi di riconoscimento facciale indiscriminato.
Il panorama delle piccole imprese italiane, che rappresentano il 98% del tessuto produttivo con meno di 19 dipendenti e il 95% con meno di 10, si trova di fronte a una sfida epocale. Angelo Deiana, Presidente di Confassociazioni e dell’Osservatorio Nazionale sull’Intelligenza Artificiale, ha sottolineato in un’intervista su Radio Libertà l’inadeguatezza strutturale delle microimprese italiane nell’affrontare la rivoluzione dell’intelligenza artificiale (IA). La mancanza di figure come il Chief Financial Officer (CFO) e, ancor più, il Chief Artificial Intelligence Officer, rende difficile per queste aziende sfruttare appieno le potenzialità dell’IA.
Le microimprese italiane, che hanno prosperato durante il boom economico, ora rischiano di perdere competitività. La transizione da un modello produttivo basato su output fisici a uno tecnologico richiede investimenti significativi in Ricerca & Sviluppo, un aspetto in cui l’Italia è storicamente carente. La rivoluzione informatica e l’avvento di Internet non hanno visto l’Italia emergere come un player globale o europeo, e lo stesso rischio si presenta ora con l’IA.
L’IA non solo promette di trasformare il sistema produttivo, ma anche di distruggere posti di lavoro a basso valore aggiunto, richiedendo nuove professionalità. Tuttavia, l’Italia è in ritardo nella preparazione di una nuova classe dirigente tecnologica, con un numero di laureati in discipline tecnologiche tra i più bassi in Europa. La necessità di un cambiamento radicale è evidente, ma le resistenze interne e le battaglie per mantenere privilegi obsoleti, come quelli dei tassisti e dei balneari, rallentano il progresso.
Il Ruolo dell’Intelligenza Artificiale nella Giustizia e nei Diritti
Alfredo Mantovano, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, ha evidenziato al G7 delle Avvocature l’importanza dell’IA come strumento per migliorare vari aspetti della nostra vita, inclusi la sanità e la fruizione dei diritti fondamentali. Tuttavia, ha anche messo in guardia contro i “dark side” dell’IA, come la lesione della riservatezza, le nuove vulnerabilità digitali e la propagazione delle fake news.
Il Consiglio dei Ministri sta lavorando a un disegno di legge che contemperi le potenzialità dell’IA con i necessari controlli etici e giurisdizionali. La supervisione umana deve rimanere centrale per evitare una disumanizzazione progressiva della società del diritto. Gli avvocati, in particolare, devono vigilare affinché l’IA sia utilizzata per migliorare la fruizione dei diritti senza torsioni orwelliane.
Francesco Greco, presidente del Consiglio Nazionale Forense, ha sottolineato che l’IA rappresenta una rivoluzione tecnologica paragonabile all’invenzione della scrittura o della ruota. Tuttavia, ha espresso preoccupazioni sull’applicazione dell’IA nella giurisdizione e sulle ricadute sul lavoro di avvocati e magistrati, nonché sulla qualità della giustizia per cittadini e imprese. La tecnologia non deve essere a beneficio solo di chi ha maggiori risorse economiche, ma deve essere accessibile a tutti.
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Il Regolamento Europeo sull’Intelligenza Artificiale
Il Parlamento Europeo ha approvato il 13 marzo 2024 una legge sull’intelligenza artificiale con 523 voti favorevoli, 46 contrari e 49 astensioni. Questo regolamento, frutto di un accordo con gli Stati membri raggiunto nel dicembre 2023, stabilisce obblighi per l’IA in base ai possibili rischi e all’impatto. L’obiettivo è proteggere i diritti fondamentali, la democrazia, lo Stato di diritto e la sostenibilità ambientale dai sistemi di IA ad alto rischio, promuovendo al contempo l’innovazione e assicurando all’Europa un ruolo guida nel settore.
Le nuove norme vietano applicazioni di IA che minacciano i diritti dei cittadini, come i sistemi di categorizzazione biometrica e di riconoscimento facciale indiscriminato. Sono vietati anche i sistemi di riconoscimento delle emozioni sul luogo di lavoro e nelle scuole, nonché i sistemi di credito sociale e le pratiche di polizia predittiva. Le forze dell’ordine potranno utilizzare sistemi di identificazione biometrica solo in situazioni specifiche e con garanzie rigorose.
Per i sistemi di IA ad alto rischio, il regolamento prevede obblighi chiari per ridurre i rischi e garantire la trasparenza e la sorveglianza umana. I cittadini avranno il diritto di presentare reclami e ricevere spiegazioni sulle decisioni prese da tali sistemi. Inoltre, i modelli di IA dovranno rispettare requisiti di trasparenza e le norme UE sul diritto d’autore.
La Trasparenza nell’Utilizzo dell’Intelligenza Artificiale
Il regolamento europeo sull’IA prevede che le persone devono essere informate se stanno interagendo con un sistema di IA. Questo principio di trasparenza è fondamentale per evitare comportamenti ingannevoli e garantire che i cittadini siano consapevoli dell’origine dei contenuti con cui interagiscono. I fornitori di sistemi di IA devono garantire che i contenuti generati o manipolati artificialmente siano chiaramente marcati come tali.
In ambito scolastico, questa trasparenza è cruciale per evitare che gli studenti utilizzino l’IA per ottenere voti immeritati. Gli elaborati prodotti da sistemi di IA devono essere riconoscibili come tali, e i fornitori di questi sistemi devono garantire soluzioni tecniche affidabili e interoperabili. Questo principio si applica anche ai contenuti audio, video e testuali sintetici, che devono essere etichettati per evitare equivoci.
Il regolamento prevede anche misure di sostegno all’innovazione per le PMI e le start-up, che potranno sviluppare e addestrare sistemi di IA innovativi prima di immetterli sul mercato. Tuttavia, i sistemi di IA ad alto rischio dovranno rispettare obblighi rafforzati in termini di analisi dei rischi e valutazione di impatto.
Bullet Executive Summary
In conclusione, l’Italia si trova di fronte a una sfida significativa nell’integrare l’intelligenza artificiale nel suo tessuto produttivo, caratterizzato da una prevalenza di microimprese. La mancanza di competenze tecnologiche e di figure dirigenziali specifiche rappresenta un ostacolo significativo. Tuttavia, il regolamento europeo sull’IA offre un quadro normativo chiaro e rigoroso per garantire la trasparenza, la sicurezza e l’innovazione nel settore. È essenziale che le piccole imprese italiane facciano rete e investano in Ricerca & Sviluppo per non perdere competitività.
L’intelligenza artificiale è un campo vasto e complesso che richiede una comprensione profonda delle sue potenzialità e dei suoi rischi. Una nozione base di IA correlata al tema dell’articolo è il concetto di machine learning, che permette ai sistemi di IA di apprendere dai dati e migliorare le proprie prestazioni nel tempo. Un’ulteriore nozione avanzata è quella di deep learning, una sottocategoria del machine learning che utilizza reti neurali artificiali per analizzare grandi quantità di dati e riconoscere pattern complessi. Questi strumenti possono rivoluzionare il modo in cui le imprese operano, ma richiedono un approccio etico e responsabile per massimizzare i benefici e minimizzare i rischi.
La riflessione personale che emerge da questa analisi è che, mentre l’IA offre opportunità straordinarie, è fondamentale affrontare le sfide con una visione lungimirante e inclusiva, garantendo che tutti possano beneficiare di questa rivoluzione tecnologica.