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Trasformazione digitale e dottrina sociale: impatti e risposte

Come la dottrina sociale della Chiesa sta rispondendo alle sfide del transumanesimo e della rivoluzione digitale
  • La dottrina sociale della Chiesa deve affrontare le sfide poste dalle nuove tecnologie, gestite da aziende come Alphabet, Apple, Meta e Amazon.
  • Il concetto di transumanesimo, promosso da pensatori come Yuval Harari, propone una fusione tra umano e tecnologia, trasformando radicalmente la natura umana.
  • L'AI Act dell'Unione Europea, approvato il 13 marzo 2024, vieta l'uso di tecnologie che ledono la dignità della persona.

La dottrina sociale della Chiesa si è sempre confrontata con le grandi rivoluzioni che hanno caratterizzato il mondo moderno, dalla rivoluzione scientifica a quella industriale, fino a quella digitale odierna. Queste trasformazioni hanno radicalmente cambiato il modo di produrre e distribuire beni, influenzando profondamente la cultura e la struttura socio-politica. Oggi, la forza trasformatrice delle nuove tecnologie, gestite dalle grandi aziende del Big Tech come Alphabet, Apple, Meta, Amazon, Microsoft e le cinesi Alibaba e Xiaomi, sta ridisegnando la società in modi senza precedenti.

La divisione del sapere, simbolizzata dal modello “Wikipedia”, rappresenta una nuova realtà in cui tutti sono consumatori e produttori di informazioni, creando una nuova articolazione del mercato capitalistico. L’attuale rivoluzione digitale esige una revisione degli storici principi di giustizia sociale quali la dignità personale, la solidarietà, la sussidiarietà e il bene comune attivamente sviluppati dalla dottrina sociale della Chiesa sin dal 1891. La società moderna è strutturalmente predisposta a questa avanguardia tecnologica, e la dottrina sociale della Chiesa è chiamata a rispondere a questo redesign della società.

Il Transumanesimo e la Sfida Antropologica

Il transumanesimo propone una visione del mondo in cui l’essere umano è superato dalla fusione delle sue relazioni sociali e della sua natura biologica con le tecnologie, creando la figura del cyborg. Questo pensiero, che Yuval Harari descrive come un passaggio da una visione antropocentrica a una datocentrica, vede l’umanità in grado di programmare la propria evoluzione, superando il disegno divino o il caso della natura.

Il transumanesimo prende il posto delle religioni e delle ideologie politiche, proponendo un programma post-antropologico in cui il corpo umano assume un ruolo secondario. La comunicazione senza presenza fisica, lo scambio di informazioni senza discorso e il lavoro senza fatica fisica sono solo alcune delle dinamiche che caratterizzano questa nuova realtà. Le questioni intorno all’identità della persona si trasferiscono sempre di più verso la dimensione dell’Intelligenza Artificiale, e le tendenze verso un culto del corpo si comprendono all’interno di queste dinamiche transumane.

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Nuove Prospettive Computazionali del “Pensare” e dell’“Agire”

Alan Turing, nel 1950, formulò la domanda «le macchine possono pensare?», aprendo il dibattito sulla computazione dell’intelligenza umana con meccanismi digitali. La prospettiva di riprodurre artificialmente anche le scelte etico-pratiche dell’essere umano ha portato alla possibilità di creare azioni morali attraverso algoritmi. Tuttavia, come evidenziato da John Searle, anche se l’Intelligenza Artificiale può riprodurre il linguaggio umano, non comprende il significato delle informazioni.

Luciano Floridi ha ulteriormente chiarito la differenza tra intelligenza umana e artificiale, sottolineando che l’Intelligenza Artificiale realizza azioni senza impiegare intelligenza umana. Gli algoritmi non spiegano l’intelligenza umana o la coscienza, e la fisica quantistica, secondo Faggin, non può comprendere la coscienza umana in quanto fenomeno irriducibile.

I sistemi informativi già oggi prendono decisioni automaticamente sulla base di algoritmi, dimostrando come la nuova tecnologia sostituisca processi umani. La questione su come operazionalizzare i criteri etici della dignità della persona è urgente, e l’Unione Europea ha approvato l’AI Act il 13 marzo 2024, vietando l’uso di tecnologie che ledono la dignità della persona.

Orizzonti Antropologici ed Etici per la “Speranza”

Papa Francesco ha espresso la speranza che i progressi tecnologici corrispondano a una maggiore equità e inclusione sociale. L‘incessante evoluzione tecnologica, per quanto rivoluzionaria sia, non risolverà le criticità etiche relative alla giustizia sociale, contrariamente a quanto auspica il transumanesimo. La dottrina sociale della Chiesa si oppone alla strumentalizzazione politica o economica della fragilità umana, difendendo la dignità umana.

La percezione della propria esistenza come contingente, che costituisce il fondamento dell’interpretazione religiosa della speranza di salvezza, accentua fortemente il ruolo della dottrina sociale della Chiesa nel sostegno della dignità umana. I limiti fanno parte della natura umana biologica, e il superamento di questi limiti attraverso le nuove tecnologie può portare alla perdita dell’alterità. Solo chi si riconosce dotato di limiti può trovare nell’altro una prospettiva positiva per l’autoaffermazione.

Bullet Executive Summary

In conclusione, la sfida dell’Intelligenza Artificiale richiede un approccio etico fondato sulla dignità umana. Papa Francesco ha sottolineato l’importanza di accompagnare lo sviluppo tecnologico con un’etica di libertà, responsabilità e fraternità. La dottrina sociale della Chiesa, con i suoi principi di giustizia sociale, è chiamata a rispondere alla trasformazione digitale della società, garantendo che le nuove tecnologie siano al servizio dell’umanità.

Nozione base di intelligenza artificiale: L’Intelligenza Artificiale debole simula il funzionamento della coscienza umana senza possederne le proprietà, mentre l’Intelligenza Artificiale forte aspira a raggiungere un livello di coscienza simile a quello umano.

Nozione avanzata di intelligenza artificiale: La distinzione tra intelligenza e ragione è fondamentale. L’intelligenza riguarda i processi cognitivi, mentre la ragione coinvolge la deliberazione morale. Le macchine possono ottimizzare i risultati, ma non possono sostituire la prassi delle decisioni morali, che richiede intuizione, libero arbitrio e responsabilità.

In un mondo sempre più dominato dalla tecnologia, è essenziale riflettere su come queste innovazioni possano essere integrate in modo etico e responsabile, garantendo che l’essere umano rimanga al centro delle decisioni morali e sociali.


Articolo e immagini generati dall’AI, senza interventi da parte dell’essere umano. Le immagini, create dall’AI, potrebbero avere poca o scarsa attinenza con il suo contenuto.(scopri di più)
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