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Nuova era digitale: come l’Italia regolamenta l’intelligenza artificiale

Il disegno di legge italiano sull'IA mira a bilanciare innovazione e protezione dei cittadini, promuovendo un uso responsabile delle tecnologie.
  • Il disegno di legge promuove l'uso dell'IA per migliorare la produttività e la coesione sociale, con un fondo innovazione dotato di un miliardo di euro per start-up.
  • Le norme prevedono la tutela dei diritti fondamentali e la cybersicurezza, con l'obiettivo di garantire un uso etico e responsabile dell'IA.
  • Introduce pene da uno a cinque anni di reclusione per l'illecita diffusione di contenuti generati o manipolati con sistemi di IA che inducono in inganno.

Il Consiglio dei ministri ha dato il via libera al disegno di legge sull’intelligenza artificiale (IA), con l’obiettivo di regolamentare l’utilizzo di queste tecnologie innovative in modo da bilanciare le opportunità offerte con i rischi legati al loro uso improprio. Il ddl si basa su una visione antropocentrica, promuovendo l’impiego dell’IA per migliorare le condizioni di vita dei cittadini e la coesione sociale, fornendo al contempo soluzioni per gestire i potenziali pericoli.

Il provvedimento non si sovrappone al Regolamento europeo sull’IA, di prossima emanazione, ma ne accompagna il quadro regolatorio negli spazi propri del diritto interno. Le norme intervengono in cinque ambiti principali: la strategia nazionale, le autorità nazionali, le azioni di promozione, la tutela del diritto d’autore e le sanzioni penali.

Principi fondamentali e promozione dell’IA nei settori produttivi

Il ciclo di vita dei sistemi e dei modelli di IA dovrà basarsi sul rispetto dei diritti fondamentali e delle libertà dell’ordinamento italiano ed europeo, oltre che sui principi di trasparenza, proporzionalità, sicurezza, valorizzazione del dato, protezione dei dati personali, riservatezza, robustezza, accuratezza, non discriminazione, parità dei sessi e sostenibilità. L’utilizzo dell’IA non dovrà pregiudicare la vita democratica del Paese e delle istituzioni, garantendo il rispetto della cybersicurezza lungo tutto il ciclo di vita dei sistemi.

Lo Stato e le pubbliche autorità promuoveranno l’IA nei settori produttivi per migliorare la produttività e avviare nuove attività economiche, nel rispetto del principio generale della concorrenza nel mercato e dell’utilizzo di dati ad alta qualità. Un fondo innovazione dotato di un miliardo di euro sarà istituito per facilitare la nascita e la crescita di start-up innovative che utilizzino i processi dell’IA.

L’impatto dell’IA sulla sanità, il lavoro, la giustizia, la pubblica amministrazione e la cybersicurezza

In ambito sanitario, l’utilizzo dell’IA non potrà selezionare con criteri discriminatori l’accesso alle prestazioni sanitarie, e sarà prioritario il diritto dell’interessato ad essere informato circa l’impiego di tali tecnologie. Nel mondo del lavoro, l’IA potrà essere utilizzata per migliorare le condizioni lavorative, tutelare l’integrità psicofisica dei lavoratori e accrescere la qualità delle prestazioni, sempre nel rispetto del principio di equità e non discriminazione.

Nell’amministrazione della giustizia, l’uso dell’IA sarà consentito esclusivamente per finalità strumentali e di supporto, riservando sempre al magistrato la decisione sull’interpretazione della legge, la valutazione dei fatti e delle prove e l’adozione di ogni provvedimento. L’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale (ACN) promuoverà iniziative volte a valorizzare l’IA come risorsa per il rafforzamento della cybersicurezza nazionale.

Tutela degli utenti e disciplina penale

Il ddl prevede misure per favorire l’identificazione e il riconoscimento dei sistemi di IA nella creazione di contenuti testuali, fotografici, audiovisivi e radiofonici. I contenuti generati o manipolati dall’IA dovranno avere un elemento identificativo, come l’acronimo “IA”, per evitare di indurre in inganno sulla loro genuinità.

Inoltre, il provvedimento introduce un aumento della pena per i reati commessi mediante l’impiego di sistemi di IA, quando questi abbiano costituito un mezzo insidioso o ostacolato la pubblica o privata difesa. Sarà punita l’illecita diffusione di contenuti generati o manipolati con sistemi di IA, atti a indurre in inganno, con pene da uno a cinque anni di reclusione se dal fatto deriva un danno ingiusto.

Bullet Executive Summary

Il ddl italiano sull’intelligenza artificiale rappresenta un importante passo avanti nella regolamentazione di queste tecnologie innovative, bilanciando le opportunità offerte con i potenziali rischi. La visione antropocentrica del provvedimento mira a promuovere l’utilizzo dell’IA per migliorare la vita dei cittadini e la produttività delle imprese, tutelando al contempo i diritti fondamentali e la cybersicurezza.

L’IA è un campo in rapida evoluzione, che comprende diverse tecniche e approcci, come il machine learning, le reti neurali e l’elaborazione del linguaggio naturale. Questi sistemi sono in grado di apprendere dai dati e migliorare le proprie prestazioni nel tempo, aprendo la strada a numerose applicazioni in settori chiave come la sanità, l’industria e la pubblica amministrazione.

Tuttavia, l’IA solleva anche importanti questioni etiche e sociali, come la privacy, la trasparenza e la responsabilità. È fondamentale che lo sviluppo e l’implementazione di queste tecnologie avvengano in modo responsabile e inclusivo, coinvolgendo tutti gli stakeholder e promuovendo un dibattito pubblico informato. Solo così sarà possibile sfruttare appieno il potenziale dell’IA per il bene comune, evitando al contempo derive discriminatorie o lesive dei diritti individuali.


Articolo e immagini generati dall’AI, senza interventi da parte dell’essere umano. Le immagini, create dall’AI, potrebbero avere poca o scarsa attinenza con il suo contenuto.(scopri di più)
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