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- La fantascienza diventa realtà: in soli 47 anni si è passati dalle leggi della robotica di Asimov all'androide Data di Star Trek.
- Il Parlamento Europeo approva la prima legge sull'AI, promuovendo un'intelligenza artificiale affidabile e incentrata sull'uomo, garantendo un elevato livello di protezione della salute e dei diritti fondamentali.
- Il futuro della medicina legale: l'introduzione del machine learning promette una maggiore oggettività nella valutazione del danno, pur richiedendo una revisione critica umana per cogliere le sfumature del caso singolo.
Uno dei temi che si discuteranno al prossimo congresso della Società Italiana di Medicina Legale e delle Assicurazioni (SIMLA) a Catania riguarderà l’intelligenza artificiale (AI) e le sue implicazioni quando applicata alla medicina legale, non solo nella valutazione del danno alla persona, ma anche nei riflessi che avrà nel campo della responsabilità medica.
Nel 1687 Isaac Newton scoprì la legge di gravità, forza di attrazione tra due masse inversamente proporzionale al quadrato della loro distanza, basandosi su osservazioni empiriche. Tuttavia, questa legge cambiò quando nel 1915 Albert Einstein scoprì che la gravità è il risultato della geometria dello spazio-tempo e un corpo deforma lo spazio-tempo influenzando i corpi vicini. Entrambi avevano ragione, ma la teoria di Newton cede il passo a Einstein quando nell’universo si va verso masse molto grandi o a velocità prossime a quelle della luce. Il salto è stato siderale in poco più di 200 anni, ma la scienza progredisce così e oggi noi viaggiamo a velocità di apprendimento e conoscenza ancora più elevate.
La fantascienza anticipa la realtà: dalle leggi della robotica di Asimov all’androide Data di Star Trek
E la fantascienza viaggia ancora più veloce a velocità curvatura. I cervelli positronici dei robot di Isaac Asimov devono sottostare alle tre leggi della robotica (la Legge 0 giunse più tardi) a partire circa dal 1940. Da allora, nel 1987, giungiamo a Data, l’androide senziente di Star Trek, a soli 47 anni da Asimov.
Ora, abbandonarci ed affidarci artificiosamente in modo entusiastico all’intelligenza artificiale, là dove la nostra disciplina è l’interazione tra la scienza medica ed il sentire umano, comporta il rischio di perderci. Tale riflessione deve essere fatta nostra, in quanto stiamo accogliendo sistemi di AI senza conoscerne l’intima essenza. Il rischio è quello di accettarne l’uso ed i risultati, più alla stregua di una calcolatrice che, riempita di dati, restituisce un mero numero.
Dovremmo invece comportarci come i capitani Archer, Kirk e Picard che, consapevoli di viaggiare verso l’ignoto, devono essere armati delle migliori conoscenze per gestire la tecnologia dell’Enterprise per scoprire nuovi e strani mondi senza rinunciare alla loro umanità.
Siamo pronti a gestire questa profonda evoluzione? L’intervento del Parlamento Europeo
La domanda non è se siamo pronti. La domanda è se sappiamo di essere pronti a gestire questa profonda evoluzione che influenzerà tutte le nostre vite, anche professionali.
Il Parlamento Europeo sembra aver recepito quanto giunge a noi dalla fantascienza, approvando la prima legge sull’AI, che all’articolo 1 statuisce:
“Lo scopo del presente regolamento è migliorare il funzionamento del mercato interno e promuovere l’adozione di un’intelligenza artificiale affidabile e incentrata sull’uomo, garantendo nel contempo un elevato livello di protezione della salute, della sicurezza e dei diritti fondamentali sanciti dalla Carta, tra cui la democrazia, lo Stato di diritto e tutela dell’ambiente contro gli effetti dannosi dei sistemi di intelligenza artificiale nell’Unione e sostegno all’innovazione”.
L’intelligenza artificiale al congresso SIMLA di Catania
Il dottor Andrea De Nicolò sarà ai comandi in plancia al congresso di Catania il 7 giugno e ci dice:
“In futuro sarà sempre più difficile delineare il sottile confine che separa il calcolo dal pensiero. La Scienza, e ancor di più la Fantascienza, ci permettono di esplorare il microcosmo e di raggiungere galassie lontane ma, in fin dei conti, il vero scopo del viaggio è la ricerca del significato che risiede all’interno della materia, luogo dove può giungere solo chi possiede una coscienza ed è in grado di riconoscere quella altrui. Il linguaggio prodotto da una macchina altro non è che una rappresentazione della realtà basata sul riconoscimento di pattern di informazioni e, ad esempio, nell’ambito della valutazione del danno, esso non potrà mai essere sufficiente a descrivere tutte le sottili sfumature che qualificano e identificano l’essere umano menomato”.
Quindi, tracciate rotta e velocità per Catania e… Engage!
Bullet Executive Summary
L’intelligenza artificiale nasce per replicare le caratteristiche tipicamente umane, come le capacità logico-matematiche e di problem solving. Un traguardo fondamentale è l’introduzione del machine learning, ovvero la capacità delle macchine di imparare dai propri errori e migliorarsi, proprio come fanno gli esseri umani.
Nel futuro, potremmo arrivare a sviluppare reti neurali artificiali in grado di emulare l’intero cervello umano, con le sue complesse connessioni tra neuroni. Questo potrebbe permettere di realizzare macchine coscienti, capaci di pensiero autonomo e creatività, ponendo importanti interrogativi etici e filosofici su cosa significa essere umani e cosa distingue l’intelligenza naturale da quella artificiale. In medicina legale, ciò porterà una maggiore oggettività nella valutazione del danno, ma dovrà sempre preservare una revisione critica da parte degli esperti umani per cogliere le sfumature del caso singolo.
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