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- Circa 4.000 imprese italiane contribuiscono al 16% del fatturato dell'industria manifatturiera.
- Tra il 2021 e il 2026, l'82,6% delle imprese investiranno in tecnologie 4.0.
- Il 69,6% delle aziende si concentrerà sulla sostenibilità.
- Solo il 20% delle direzioni HR utilizza l'AI, ma il 43% segnala una mancanza di conoscenza su come applicarla.
- Il 32,14% degli HR Directors ritiene che l'AI possa risparmiare tempo sulle attività routinarie.
L’adozione dell’intelligenza artificiale (AI) sta rapidamente trasformando il panorama delle medie imprese italiane, come evidenziato dai recenti studi e rapporti di settore. Secondo Emanuela Salerno, senior analyst di Mediobanca, il futuro delle aziende italiane sarà caratterizzato da una maggiore integrazione tecnologica, con imprenditori sempre più concentrati sull’acquisizione di macchinari e attrezzature avanzate. Questo cambiamento non solo premia l’innovazione di processo, ma promuove anche una collaborazione complementare tra uomini e macchine, piuttosto che una sostituzione.
Il rapporto del Centro Studi Tagliacarne, in collaborazione con Mediobanca e Unioncamere, ha delineato un quadro dettagliato della realtà produttiva italiana. Circa 4.000 imprese contribuiscono al 16% del fatturato dell’industria manifatturiera italiana, con un valore aggiunto del 15%, esportazioni del 14% e un’occupazione del 13%, pari a 555.580 persone. Tra il 2021 e il 2026, l’82,6% di queste imprese ha investito o investirà in tecnologie 4.0, mentre il 69,6% si concentrerà sulla sostenibilità. Inoltre, il 37,9% delle aziende prevede di adottare l’AI nei prossimi tre anni per migliorare l’efficienza interna.
Marco Pini, senior economist dell’Istituto Tagliacarne, ha osservato che, dopo una stabilità delle vendite nel 2023 (+0,1%), si prevede un calo dell’1,2% nel 2024 a causa delle incertezze del contesto competitivo. Tuttavia, il 37,1% delle imprese di alta gamma prevede una crescita delle vendite dell’1,8% nel 2024.
Le Sfide del Settore HR e l’Intelligenza Artificiale
L’intelligenza artificiale sta anche rivoluzionando il settore delle risorse umane (HR) in Italia. Una recente ricerca condotta tra marzo e maggio 2024 su 200 HR Directors italiani ha rivelato che solo il 20% delle direzioni HR utilizza l’AI. Le principali ragioni del mancato utilizzo includono la mancanza di conoscenza su come applicarla (43%) e la carenza di competenze (38%).
Tuttavia, l’AI offre numerosi vantaggi, come la possibilità di risparmiare tempo sulle attività routinarie (32,14%) e ridurre i costi delle pratiche burocratiche-amministrative (24,29%). Inoltre, può contribuire a creare un ambiente di lavoro più equilibrato e inclusivo, riducendo i bias umani nei processi di selezione e reclutamento.
Nel reclutamento e selezione, il 20% dei Direttori HR utilizza l’AI per esaminare un numero elevato di candidature da vari portali di lavoro, mentre il 19% delle imprese la utilizza per facilitare il processo di recruiting. L’AI è anche impiegata per accrescere il coinvolgimento e la personalizzazione dell’offerta formativa dei dipendenti, migliorando l’organizzazione e l’erogazione delle attività formative.
Le Prospettive Future e le Sfide dell’Intelligenza Artificiale
Il workshop tenutosi presso la SDA Bocconi a Milano ha esplorato le prospettive e le aspettative dei professionisti e delle imprese riguardo agli sviluppi dell’intelligenza artificiale. Sergio Boaretto, director of technology and product management di Wolters Kluwer Tax & Accounting Italia, ha sottolineato che l’AI è una logica conseguenza dello sviluppo tecnologico iniziato decenni fa. L’AI generativa, che produce contenuti e interpreta emozioni, rappresenta l’ultimo stadio evolutivo di questa tecnologia.
Boaretto ha evidenziato l’importanza di distinguere tra semplice automazione dei processi e vera intelligenza artificiale. L’AI deve fare tesoro della conoscenza per prendere decisioni, altrimenti si rimane nel campo dei semplici software. Il processo analitico che certifica la validità dei dati è fondamentale per lo sviluppo dell’AI, che deve affrontare rischi politici, giuridici, di privacy ed etici per preservare la centralità dell’essere umano.
Bullet Executive Summary
In conclusione, l’intelligenza artificiale sta riprogrammando le aziende italiane, trasformando non solo i processi produttivi ma anche le pratiche di gestione delle risorse umane. Le medie imprese italiane stanno investendo massicciamente in tecnologie avanzate e sostenibilità, mentre le direzioni HR stanno iniziando a riconoscere i vantaggi dell’AI nel migliorare l’efficienza e l’inclusività. Tuttavia, permangono sfide significative, come la mancanza di competenze e la necessità di un approccio etico e valoriale.
L’AI non è solo una moda passeggera, ma una rivoluzione tecnologica che richiede un’accurata analisi dei dati e un approccio proattivo. Le aziende devono investire in innovazione e formazione per mantenere la loro posizione competitiva nel mercato globale. Come ha sottolineato Sergio Boaretto, il dato è al centro di tutto, e l’AI deve essere sviluppata in modo solido e democraticamente sfruttabile.
In termini di intelligenza artificiale, una nozione base correlata al tema è il concetto di machine learning, che permette ai sistemi di apprendere dai dati e migliorare le loro prestazioni nel tempo senza essere esplicitamente programmati. Una nozione avanzata è il deep learning, una sottocategoria del machine learning che utilizza reti neurali profonde per analizzare grandi quantità di dati e fare previsioni accurate.
Riflettendo su questi sviluppi, è chiaro che l’integrazione dell’AI nelle aziende italiane rappresenta un’opportunità unica per migliorare l’efficienza e la competitività, ma richiede anche un impegno costante per affrontare le sfide etiche e formative.