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Innovazione o flop? i nuovi dispositivi AI Rabbit R1 e Ai Pin sotto accusa

La rivoluzione dell'intelligenza artificiale passa per nuovi hardware? Il dibattito si accende tra flop e promesse non mantenute.
  • Rabbit R1: presentato al CES 2024, ha venduto 20,000 unità in due giorni nonostante le critiche.
  • Ai Pin: sostenuto da 240 milioni di dollari di investimenti, utilizza un nuovo sistema operativo basato su Android chiamato Cosmos.
  • Nuove tendenze: grandi aziende come Samsung (Galaxy Ring) e Apple (Vision Pro) esplorano prodotti 'non-smartphone'.

L’utilizzo dell’IA Dream Machine sta impazzando nel mondo social italiano grazie al trend TikTok dei viaggiatori nel tempo. Questo ha portato il dibattito relativo all’intelligenza artificiale al centro delle conversazioni tra appassionati di tecnologia. Gli argomenti sono polarizzanti e il dubbio che la rivoluzione IA debba passare dalla produzione di hardware dedicato e non semplicemente da app o servizi software è sempre più pressante. Dopo i flop dei dispositivi Humane Ai Pin e Rabbit R1, molti si interrogano sul futuro della tecnologia e se gli agenti intelligenti abbiano bisogno di hardware specifico.

Se nel contesto lavorativo si utilizza l’espressione “poteva essere un’e-mail” per riferirsi a inutili chiamate o meeting che fanno perdere tempo prezioso, nel campo dell’intelligenza artificiale si segue lo stesso schema con “poteva essere un’applicazione”. Le rassicurazioni di Rabbit Inc. sul Rabbit R1, che non è un’app, sono state accolte con dure bocciature dovute alle limitate funzioni disponibili, infiammando la rete. La promessa dei primi dispositivi basati su agenti intelligenti era di consentire di andare oltre l’era degli smartphone, proponendo nuovi form factor e rendendo interessante un mercato stazionario.

Il simpatico coniglietto e la sgargiante colorazione arancione del Rabbit R1 hanno stregato tutti durante l’edizione 2024 del CES di Las Vegas. Tuttavia, le prime segnalazioni relative ai problemi di sicurezza del Rabbit R1 hanno costretto Rabbit Inc. a smentire la diffusione dei dati degli utenti. La funzione “magic camera” del Rabbit R1, lanciata a fine maggio 2024, ha permesso di tenere un diario di foto in stile 8-bit/16-bit grazie all’intelligenza artificiale. Tuttavia, l’unico modo per tenere traccia del diario è collegarsi al portale ufficiale “rabbithole” e consultare la sezione journal, costringendo l’utente a utilizzare un altro dispositivo per vedere il risultato.

Il caso Humane Ai Pin

Sei anni fa, Walt Mossberg, storico giornalista di tecnologia, scrisse “La scomparsa del computer”, riflettendo sulle future evoluzioni dei dispositivi tecnologici. Gli inventori di Ai Pin pensano che il loro piccolo dispositivo, indossato come una spilla, sia un primo esempio della tecnologia invisibile immaginata da Mossberg. La recente presentazione del loro prodotto ha attirato molte attenzioni e portato nuove considerazioni al dibattito sul rapporto con la tecnologia, il futuro degli smartphone e delle intelligenze artificiali.

Il nome Ai Pin dà un’idea chiara: Ai sta per “intelligenza artificiale” e pin in inglese significa spilla. È un oggetto grande quanto una scatola di fiammiferi, formato da due elementi magnetici. Il dispositivo ha una fotocamera e può scattare fotografie o brevi video con comandi vocali o gestuali. La startup Humane, fondata da Imran Chaudhri e Bethany Bongiorno, ha raccolto oltre 240 milioni di dollari di investimenti, grazie all’interessamento di Microsoft, OpenAI e Salesforce.

Chaudhri e Bongiorno, con un passato in Apple, hanno sviluppato Ai Pin come un dispositivo che utilizza Cosmos, un nuovo sistema operativo basato su Android. L’utilizzo è semplice e principale per interagire è tramite voce. Tuttavia, la mancanza di uno schermo e di applicazioni da installare sul dispositivo ha sollevato dubbi tra gli utenti. Ai Pin utilizza un mini proiettore per visualizzare informazioni sul palmo della mano, ma l’efficacia e la praticità di questo sistema sono ancora in discussione.

Il panorama dei nuovi dispositivi AI

Tra i dispositivi presentati alla scorsa edizione del CES, il Rabbit R1 ha attirato l’attenzione per il suo design e la promessa di utilizzare intelligenze artificiali per compiere azioni su internet al posto dell’utente. Il sistema, definito da Rabbit un «Large Action Model», è un gioco di parole sul concetto di “large language model” e promette di imparare singole azioni per svolgerle quando richiesto dall’utente.

Nonostante i dubbi sul modello di business di R1, Rabbit ha annunciato di aver venduto due serie da diecimila R1 in due giorni, superando le aspettative. Tuttavia, sia R1 che Ai Pin rappresentano una nuova tendenza nell’elettronica di consumo per superare e sostituire gli smartphone. Questi prodotti nascono dal desiderio di diminuire il tempo passato usando il telefono e sfruttare le nuove potenzialità delle intelligenze artificiali.

Anche grandi aziende come Samsung e Apple stanno esplorando nuovi prodotti “non-smartphone”. Samsung ha annunciato il Galaxy Ring, un anello intelligente pensato per l’attività fisica e il monitoraggio della salute. Apple ha presentato Apple Vision Pro, un visore per realtà virtuale promosso utilizzando il concetto di “spatial computing”. Questi dispositivi offrono esperienze diverse e alternative rispetto agli smartphone, ma la loro effettiva utilità e successo sono ancora da verificare.

Bullet Executive Summary

In conclusione, il dibattito sull’hardware dedicato per l’intelligenza artificiale è più vivo che mai. Dispositivi come il Rabbit R1 e l’Ai Pin di Humane rappresentano tentativi audaci di superare gli smartphone, ma le loro limitazioni e il costo elevato sollevano dubbi sulla loro effettiva utilità.

Nozione base di intelligenza artificiale: Gli agenti intelligenti sono sistemi che possono percepire l’ambiente circostante e agire autonomamente per raggiungere obiettivi specifici. Questi dispositivi cercano di integrare tali agenti in un formato hardware innovativo.

Nozione avanzata di intelligenza artificiale: I Large Action Models (LAM) sono una nuova frontiera nell’IA, progettati per comprendere e replicare azioni complesse basate su pattern di comportamento umano. Questo potrebbe rivoluzionare il modo in cui interagiamo con la tecnologia, rendendo i dispositivi più intuitivi e autonomi.

La riflessione personale che emerge è se davvero abbiamo bisogno di nuovi formati hardware per sfruttare al meglio l’intelligenza artificiale o se gli attuali smartphone possono evolversi per integrare tutte le funzioni necessarie. Il futuro ci dirà se questi nuovi dispositivi riusciranno a cambiare le carte in tavola o se resteranno solo tentativi interessanti ma non decisivi.


Articolo e immagini generati dall’AI, senza interventi da parte dell’essere umano. Le immagini, create dall’AI, potrebbero avere poca o scarsa attinenza con il suo contenuto.(scopri di più)
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