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- Il 63% degli imprenditori indica una carenza di competenze in IA.
- L'adozione dell'IA generativa potrebbe incrementare il Pil italiano del 18,2% in 15 anni, pari a 312 miliardi di euro.
- Il 74% delle aziende ha già registrato un aumento della produttività dell'1% grazie all'IA.
L’Italia sta perdendo il treno miliardario dell’Intelligenza artificiale
L’Italia sta rimanendo indietro nel campo dell’Intelligenza artificiale. Questo ritardo è dovuto alla carenza di competenze, alla scarsità di investimenti e, soprattutto, all’assenza di una visione strategica. È il risultato di un’indagine condotta da Teha con la collaborazione di Microsoft Italia, presentata ieri al Forum di Cernobbio e intitolata “AI 4 Italy: from theory to practice”. La ricerca sottolinea come la maggioranza delle imprese italiane stia già andando verso l’integrazione di soluzioni di IA generativa nei propri processi e prodotti, riconoscendola come un vantaggio competitivo cruciale per il futuro. Tuttavia, questi tentativi sono frenati dalla limitata disponibilità di talenti, da un ecosistema tecnologico poco avanzato e dalla mancanza di una politica industriale che posizioni l’IA al centro.
L’AI Act italiano, la normativa di settore supportata con grande enfasi dal governo, è bloccata in Parlamento mentre il mondo avanza velocemente. Lo studio stima che una diffusione capillare dell’IA potrebbe generare un impatto economico di 312 miliardi di euro sul Pil italiano nei prossimi 15 anni, con un incremento del 18,2%. Questo dato, sebbene impressionante, deve essere preso con cautela. Microsoft ha forti interessi nell’IA, e alcuni economisti illustri e grandi aziende, tra cui Google, dubitano degli effetti a breve e medio termine. Tuttavia, nel lungo periodo, gli algoritmi intelligenti potrebbero trasformarsi in una tecnologia rivoluzionaria.
Le aziende italiane dimostrano fiducia: tutte quelle intervistate – contro il 78% dello scorso anno – hanno già adottato o pianificano l’adozione di soluzioni di IA generativa, con la metà di queste che sperimenta incrementi di produttività superiori al 5%. “Siamo passati in pochi mesi dalle potenzialità all’operatività”, afferma Vincenzo Esposito, amministratore delegato di Microsoft in Italia. Tuttavia, alcuni storici ritardi dell’Italia stanno diventando ancora più gravi. Il 63% degli imprenditori indica che le competenze in campo IA non sono ancora diffuse: l’Italia è settima in Europa per programmi di studio dedicati, un ritardo aggravato dalla fuoriuscita di talenti.
- 💡 Un'opportunità che l'Italia non può perdere......
- ⚠️ Preoccupanti ritardi e mancanza di visione strategica......
- 🔍 E se la fuga dei cervelli fosse la chiave...?...
La produttività e il valore aggiunto dell’IA
L’adozione dell’Intelligenza artificiale generativa sta già mostrando risultati concreti nelle imprese grandi e medio-grandi, con un incremento di produttività dell’1% nel 74% dei casi e, in alcuni casi, oltre il 5%. Lo studio “AI 4 Italy: from theory to practice” conferma che l’IA è una leva fondamentale per il Made in Italy, con il potenziale di accrescere il valore aggiunto italiano fino al 18,2% del Pil, equivalente a 312 miliardi di euro, di cui 190 miliardi nelle grandi aziende e 122 miliardi nelle PMI. Grazie all’Intelligenza artificiale, l’export manifatturiero italiano potrebbe aumentare fino a 121 miliardi di euro.
Nel prossimo biennio, una impresa su due in Italia prevede di ottenere un aumento della produttività superiore al 10%. Tuttavia, l’Italia mostra segni di arretratezza: è settima in Europa per corsi di laurea in IA, e il 59% delle aziende italiane rileva che il know-how sull’IA generativa è poco diffuso. Nel 2023, l’Unione Europea ha contribuito con solo il 4% dei modelli di IA generativa sviluppati a livello globale. A parità di ore lavorative, il valore aggiunto stimato derivante dall’IA potrebbe essere di 312 miliardi di euro, e a parità di valore aggiunto, si potrebbero risparmiare fino a 5,7 miliardi di ore annue di lavoro nei prossimi 15 anni grazie all’intelligenza artificiale. In un paese con produttività fermatasi e una demografia in calo, che perderà 3,7 milioni di lavoratori nei prossimi due decenni, questo è particolarmente rilevante.
Tra un campione di 320 clienti di Microsoft che hanno adottato soluzioni IA, ci sono 400 progetti attivi, di cui metà già in produzione. Tra questi, i progetti con Saipem, Reale Mutua, Maire, Campari hanno rivelato guadagni rilevanti. L’implementazione di Copilot, l’assistente digitale di Microsoft, ha consentito di risparmiare 20-40 minuti al giorno per persona; in altre applicazioni specializzate, i guadagni di produttività variavano tra il 5% e il 10%.
La rivoluzione dell’HR con l’Intelligenza artificiale
L’Intelligenza artificiale sta trasformando anche il settore delle risorse umane. I dati non sono più un fardello, ma un prezioso asset: l’accesso in tempo reale alle informazioni dettagliate sui dipendenti permette di prendere decisioni informate sul reclutamento, identificare le carenze di competenze, personalizzare i programmi di apprendimento e valutare l’efficacia delle iniziative HR. Inoltre, anche il management aziendale ne trae beneficio, potendo prevedere il turnover, identificare i rischi di fuga e affrontare i problemi in via preventiva.
La digitalizzazione delle risorse umane conferisce maggiore autonomia ai dipendenti grazie a strumenti self-service intuitivi. Grazie a tecnologie come chatbot, assistenti virtuali potenziati dall’IA e sistemi informativi di supporto decisionale, il personale può gestire autonomamente le proprie informazioni, accedere alle risorse aziendali e partecipare ai processi HR senza interruzione, migliorando efficienza e soddisfazione complessiva. L’onboarding diventa semplice, i dipendenti possono visualizzare facilmente le loro buste paga e i benefit, mentre le opportunità di crescita professionale sono a portata di clic.
L’obiettivo dell’adozione dell’IA non è rimpiazzare le competenze umane, ma rafforzarle tramite l’upskilling e il reskilling della forza lavoro. Questa strategia cerca di creare un perfetto bilanciamento tra tecnologia e risorse umane, permettendo alle aziende di ottenere un vantaggio competitivo significativo tramite attività ad alto valore aggiunto. Un ecosistema HR totalmente digitalizzato offre infiniti benefici alle imprese che ricorrono a soluzioni avanzate per la gestione delle risorse umane, incrementando l’efficienza e la produttività, eliminando i punti critici e permettendo all’HR di focalizzarsi su iniziative di grande impatto organizzativo.
Le sfide del futuro e le opportunità per l’Italia
L’Intelligenza artificiale generativa è una delle rivoluzioni tecnologiche più importanti degli ultimi tempi e ha il potenziale di trasformare profondamente l’economia e l’industria italiana. Il nostro paese ha la possibilità non solo di superare le difficoltà attuali, ma anche di affermarsi come leader a livello globale nella tecnologia contemporanea, purché abbracci con urgenza una strategia mirata.
Secondo l’analisi, una diffusione massiccia dell’intelligenza artificiale potrebbe incrementare di 312 miliardi di euro il Pil annuale italiano in 15 anni, traducendosi in una crescita del 18,2%. Di questa crescita beneficierebbero in primis le PMI, con un aumento del valore aggiunto di 122 miliardi. In particolare, il Made in Italy potrebbe trarre grande giovamento: i margini di esportazione del settore manifatturiero italiano potrebbero salire fino a 12 miliardi di euro (+19,5%), specialmente in settori chiave come l’ingegneria meccanica e la farmaceutica.
Tutte le imprese intervistate hanno dichiarato di avere già integrato o intendono integrare soluzioni di intelligenza artificiale generativa. Chi lo ha già fatto ha rilevato notevoli miglioramenti in produttività: il 47% delle imprese riporta aumenti superiori al 5%, mentre il 74% riscontra incrementi superiori all’1%. Entro il 2026, un’azienda su due prevede che questi incrementi di produttività potrebbero superare il 10%. Questi dati sono eccezionali se confrontati con l’1,6% di crescita complessiva registrata negli ultimi vent’anni.
Secondo lo studio, l’Italia è carente in termini di conoscenze tecnologiche sull’IA: per il 63% degli imprenditori, le competenze relative alla tecnologia non sono sufficientemente diffuse, una criticità che si traduce in carenze nell’offerta formativa e nella disponibilità di talenti. In Europa, l’Italia è settima per i programmi di studio relativi all’intelligenza artificiale e sedicesima tra i paesi OCSE, mentre tutto il continente è arretrato rispetto a Regno Unito e Stati Uniti. Il Belpaese è ulteriormente penalizzato dalla fuga dei cervelli in questo ambito.
Un’altra problematica legata alla carenza di competenze è il lento ritmo degli investimenti dell’Italia nell’intelligenza artificiale. Più in generale, nel 2023, l’Unione Europea ha contribuito solo a una minima parte dello sviluppo globale dei modelli di IA generativa. L’ecosistema IA italiano si posiziona al ventesimo posto mondiale per investimenti in startup e scaleup, e solo due università italiane sono classificate tra le prime settanta a livello globale nei corsi specializzati.
Bullet Executive Summary
L’Italia è chiamata a concentrare le proprie forze su tre ambiti chiave: competenze, innovazione e governance. Per quanto riguarda le competenze, è necessario un piano nazionale di alfabetizzazione IA e un incentivo alla formazione a livello universitario e aziendale. Per innovare, è cruciale una strategia IA per l’Industria 5.0, destinando risorse all’implementazione della IA generativa nel settore manifatturiero. In termini di governance, bisogna rafforzare il ruolo delle istituzioni esistenti, rendendole determinanti nella programmazione economica a lungo termine, per assicurare una crescita sostenibile del paese.
- Comunicato stampa ufficiale di Microsoft Italia sull'iniziativa AI L.A.B.
- Presentazione delle conclusioni dello studio 'AI 4 Italy' condotto da TEHA Group e Microsoft Italia sul potenziale dell'Intelligenza Artificiale in Italia
- Sito ufficiale Microsoft Italia sull'intelligenza artificiale, con informazioni e risorse per approfondire l'impatto dell'IA sulle imprese e sull'economia italiana