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Le case discografiche contro l’IA: la battaglia legale che potrebbe cambiare la musica

Le major statunitensi accusano Suno e Udio di violazione del copyright: la sfida tra creatività umana e intelligenza artificiale entra nei tribunali.
  • 150mila dollari di risarcimento richiesti per ogni brano utilizzato senza licenza da Suno e Udio.
  • Un account a pagamento di Suno costa 10 dollari al mese e permette di generare fino a 500 brani.
  • Oltre 200 musicisti hanno firmato una lettera aperta contro l'uso dell'IA nella musica, tra cui Pearl Jam, Billie Eilish e Katy Perry.

Le principali case discografiche statunitensi, tra cui Universal, Sony e Warner, hanno intentato una causa legale contro le società di software di intelligenza artificiale Suno e Udio. L’accusa è di aver utilizzato materiale protetto da copyright per addestrare i loro software a generare nuovi brani musicali. Le case discografiche chiedono un risarcimento di 150mila dollari per ogni brano utilizzato senza licenza e una diffida a utilizzare materiale protetto da diritto d’autore in futuro.

I servizi offerti da Suno e Udio permettono agli utenti di generare brani musicali specificando il genere, il ritmo, l’atmosfera e persino l’eventuale testo. Un account a pagamento di Suno, ad esempio, costa 10 dollari al mese e permette di generare fino a 500 brani, che possono essere caricati su piattaforme di streaming audio come Spotify e commercializzati. Tuttavia, Suno e Udio non hanno mai dichiarato pubblicamente quali materiali siano stati utilizzati per addestrare la loro AI, ma si sospetta che abbiano usato album, canzoni e interviste di artisti noti, presi dal catalogo delle case discografiche.

La Recording Industry Association of America sostiene che i brani generati dall’IA siano molto simili agli originali e che le voci siano indistinguibili da quelle reali. Ad esempio, un brano generato da Suno in stile anni ’50 replicava quasi identicamente il ritornello di “Johnny B. Goode” di Chuck Berry. Simili risultati sono stati ottenuti anche con Udio.

Ad aprile, 200 musicisti noti, tra cui Pearl Jam, Billie Eilish e Katy Perry, hanno firmato una lettera aperta chiedendo alle società di intelligenza artificiale di smettere di utilizzare i loro brani per addestrare l’AI, sostenendo che queste pratiche sostituiscono il lavoro degli artisti umani con materiale generato dall’AI, riducendo i compensi dovuti per il diritto d’autore.

L’intelligenza artificiale generativa e la musica: come le tecnologie stanno cambiando il settore

L’industria musicale ha sempre abbracciato le innovazioni tecnologiche, dal vinile al CD, dall’MP3 alla distribuzione online e allo streaming. Ora, si appresta a confrontarsi con un altro salto innovativo: l’intelligenza artificiale generativa. Questa tecnologia, che utilizza grandi quantità di dati per addestrare le macchine a rispondere ai prompt e generare testi, canzoni e composizioni musicali, sta entrando nell’arena musicale.

L’intelligenza artificiale generativa può essere un sostegno agli artisti nell’attività creativa, ma pone anche sfide normative ed etiche. Un aspetto fondamentale riguarda la competizione tra macchina e uomo: può l’intelligenza artificiale sostituirsi alla creatività umana e ottenere gli stessi diritti? Una corte USA ha risposto negativamente, riconoscendo che il copyright può essere attribuito solo alle opere con un prevalente contributo creativo umano.

In Europa, la Direttiva Copyright prevede eccezioni per il text & data mining, ma richiede un’autorizzazione preventiva dei titolari dei diritti. La proposta di regolamento EU sull’intelligenza artificiale conferma questi principi. La questione dell’addestramento delle macchine e dei diritti di proprietà intellettuale è oggetto di dispute, come quella tra il New York Times e OpenAI.

Udio e Suno alle strette: le major intentano una causa

Le major discografiche UMG, Warner e Sony stanno valutando la possibilità di intentare una causa contro le start-up di intelligenza artificiale Udio e Suno per aver addestrato i loro generatori musicali su dati protetti da copyright. La questione riguarda l’utilizzo di materiale non coperto da licenza per addestrare modelli AI, una pratica che potrebbe violare il copyright.

Udio e Suno consentono di generare tutti gli elementi di una canzone con la pressione di un tasto. Recentemente, un utente di Udio ha creato una canzone di successo generata dall’intelligenza artificiale, “BBL Drizzy”, che è diventata virale e ha ottenuto pubblicità quando è stata ricampionata in “U My Everything” di Sexyy Red e Drake. Suno, fondata a dicembre 2023, ha già ricevuto 125 milioni di dollari di finanziamenti da grandi investitori.

Le case discografiche sostengono che i modelli generativi di queste società siano addestrati su materiale protetto da copyright senza ottenere l’autorizzazione, il pagamento o l’attribuzione ai detentori dei diritti. Suno e Udio hanno rifiutato di commentare se abbiano addestrato l’IA su canzoni protette da copyright. Se la causa andrà avanti, si tratterà di stabilire se l’utilizzo di materiale non coperto da licenza per addestrare modelli AI costituisca una violazione del copyright.

L’IA svaluterà la musica: 200 artisti contro l’impatto ‘catastrofico’

Un gruppo di oltre 200 artisti musicali, tra cui Pearl Jam, Nicki Minaj, Billie Eilish e Stevie Wonder, ha alzato la voce contro l’utilizzo dell’IA nell’industria musicale. Attraverso una lettera aperta promossa dall’Artist Rights Alliance (ARA), gli artisti hanno espresso preoccupazione per le potenziali ripercussioni dell’intelligenza artificiale sull’arte e sui mezzi di sussistenza degli artisti.

La lettera dell’ARA lancia un appello agli sviluppatori di IA, alle aziende tecnologiche e alle piattaforme di servizi di musica digitale, esortandoli a non creare e implementare tecnologie di generazione musicale basate sull’IA che possano minare o sostituire l’arte umana, privando gli artisti di un equo compenso. Gli artisti temono che l’IA incontrollata possa innescare una “corsa al ribasso” nel valore del loro lavoro, impedendo loro di essere equamente compensati.

La protesta di massa contro l’uso dell’IA nella musica segue le preoccupazioni degli artisti visivi riguardo all’ascesa dei generatori di immagini basati sull’IA. Nonostante le preoccupazioni espresse, è improbabile che questa lettera aperta possa fermare lo sviluppo dell’IA nell’industria musicale, ma rappresenta un segnale dell’opposizione degli artisti all’uso predatorio dell’IA e un appello alla responsabilità e alla protezione dei diritti degli artisti umani in una nuova era tecnologica.

Bullet Executive Summary

In conclusione, la battaglia legale tra le major discografiche e le società di intelligenza artificiale come Suno e Udio rappresenta un punto di svolta nel panorama musicale moderno. La questione centrale riguarda l’uso di materiale protetto da copyright per addestrare l’IA e le implicazioni etiche e legali di tale pratica. Mentre l’intelligenza artificiale offre nuove opportunità creative, solleva anche preoccupazioni significative riguardo alla protezione dei diritti degli artisti e alla sostenibilità economica del settore musicale.

Una nozione base di intelligenza artificiale correlata al tema è il concetto di machine learning, che si riferisce alla capacità delle macchine di apprendere dai dati e migliorare le loro prestazioni nel tempo. Una nozione avanzata applicabile al tema è il transfer learning, che permette a un modello di intelligenza artificiale di applicare conoscenze acquisite in un contesto a nuovi problemi, riducendo la necessità di grandi quantità di dati specifici per ogni nuovo compito.

Questa riflessione ci invita a considerare come l’innovazione tecnologica possa coesistere con la tutela dei diritti degli artisti, promuovendo un equilibrio tra progresso e rispetto delle leggi esistenti.


Articolo e immagini generati dall’AI, senza interventi da parte dell’essere umano. Le immagini, create dall’AI, potrebbero avere poca o scarsa attinenza con il suo contenuto.(scopri di più)
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