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- Il 77% dei dipendenti pubblici italiani vede l'IA come un miglioramento per l'efficienza e la qualità del lavoro nella PA.
- L'85% dei dipendenti pubblici italiani ha già utilizzato strumenti basati sull'IA, evidenziando un'ampia accettazione.
- Quasi metà degli intervistati (47%) segnala che la dirigenza non è preparata a nuovi modelli di gestione del lavoro e del personale, indicando una sfida organizzativa significativa.
L’introduzione dell’intelligenza artificiale (IA) nel settore della Pubblica Amministrazione (PA) sta segnando una svolta significativa nel modo in cui i servizi vengono offerti ai cittadini e nella gestione delle procedure interne. Secondo una ricerca condotta da Microsoft-Fpa, il 77% dei dipendenti pubblici italiani ritiene l’IA utile per migliorare l’efficienza e la qualità del lavoro nella PA. Questo dato emerge in un contesto in cui solo l’8% teme che l’adozione di tali tecnologie possa portare alla perdita del proprio impiego. La ricerca, che ha coinvolto un campione di 1.600 dipendenti pubblici, evidenzia come l’IA possa aumentare la produttività per il 60% dei lavoratori, migliorare la qualità del lavoro per il 59% e sviluppare la creatività o accrescere le competenze per il 50%.
Applicazioni e Benefici dell’IA nella PA
Le applicazioni di intelligenza artificiale più apprezzate dai dipendenti pubblici riguardano principalmente l’automatizzazione di procedure e compiti ripetitivi, indicata dal 74% degli intervistati. Altri ambiti di interesse includono la personalizzazione e l’efficienza dei servizi agli utenti (47%) e l’assistenza virtuale per fornire informazioni ai cittadini (42%). Nonostante ciò, l’utilizzo dell’IA per l’analisi predittiva e il rilevamento di frodi o anomalie rimane meno diffuso, con rispettivamente il 36% e il 33% delle preferenze. Un dato significativo è che l’85% dei dipendenti pubblici italiani ha già utilizzato strumenti basati sull’IA, principalmente chatbot e assistenti virtuali (68%) e app per scrivere testi o fare traduzioni (51%).
Le Sfide dell’Introduzione dell’IA nella PA
Nonostante l’entusiasmo generale, l’introduzione dell’IA nella PA non è priva di sfide. La principale difficoltà risiede nell’adeguamento organizzativo, con quasi metà degli intervistati (47%) che evidenziano come la dirigenza non sia ancora preparata a nuovi modelli di gestione del lavoro e del personale. Altre preoccupazioni includono questioni etiche legate alla possibilità di favorire stereotipi e discriminazioni (39%), minacce alla privacy (35%), riduzione dell’empatia e delle relazioni con il cittadino (35%), e errori o distorsioni dovute alla limitata accuratezza delle procedure (34%).
Un Caso di Studio: Inclusively e il Linguaggio Nella PA
Un esempio concreto dell’impiego dell’IA nella PA è rappresentato da “Inclusively”, un algoritmo sviluppato da tre università italiane (il Politecnico di Torino, l’Università di Bologna e l’Università di Tor Vergata) per promuovere un linguaggio inclusivo nei documenti amministrativi. Questo software, parte del progetto E-mimic, mira a eliminare messaggi non inclusivi e stereotipati, partendo dai testi di matrice amministrativa. Inclusively offre diverse interfacce per adattarsi a utenti con differenti livelli di expertise, dalla semplice correzione di testi alla valutazione e annotazione avanzata, fino all’ispezione dei modelli di IA per i data scientist.
Bullet Executive Summary
L’adozione dell’intelligenza artificiale nella Pubblica Amministrazione italiana rappresenta una straordinaria opportunità di innovazione per migliorare l’efficienza e la qualità dei servizi offerti ai cittadini. La ricerca condotta da Microsoft-Fpa evidenzia un forte interesse e una positiva accoglienza da parte dei dipendenti pubblici, nonostante le sfide organizzative e etiche che accompagnano questa trasformazione. Il caso di “Inclusively” dimostra come l’IA possa essere utilizzata per promuovere un linguaggio più inclusivo, affrontando così uno dei molteplici aspetti in cui la tecnologia può contribuire a migliorare l’interazione tra PA e cittadini. Al cuore di queste innovazioni vi è la necessità di un approccio etico all’intelligenza artificiale, che rispetti i principi di privacy, trasparenza, equità e responsabilità. La riflessione finale riguarda l’importanza di formare nuovi profili professionali capaci di gestire e sviluppare queste tecnologie, garantendo che l’IA sia un’opportunità di crescita e non un fattore di esclusione o discriminazione.
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