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- Nel 2023, OpenAI ha subito una violazione della sicurezza.
- Non rivelare mai dati di accesso o password.
- Disattivare "Migliora il modello per tutti" per bloccare la raccolta dati.
L’avvento di ChatGPT e di altri modelli linguistici di grandi dimensioni (LLM) ha dato il via a un’era di profonda trasformazione nel campo dell’intelligenza artificiale. Questi strumenti, capaci di generare testi, tradurre lingue e rispondere a interrogativi con una scioltezza notevole, sono rapidamente diventati elementi essenziali della nostra quotidianità. Tuttavia, parallelamente alla loro crescente diffusione, emergono nuove preoccupazioni inerenti alla riservatezza e alla sicurezza dei dati. Risulta cruciale comprendere i pericoli potenziali collegati all’impiego di queste tecnologie e adottare provvedimenti adeguati per salvaguardare le nostre informazioni personali e aziendali.
I pericoli nascosti dietro l’angolo
Uno dei principali elementi di apprensione riguarda il modo in cui tali modelli vengono istruiti. ChatGPT, come molti altri LLM, apprende dai dati che gli vengono forniti dagli utenti. Ciò significa che qualsiasi dato inserito in una conversazione con il chatbot, che si tratti di informazioni personali, economiche o aziendali, potrebbe essere sfruttato per ottimizzare le performance del modello. Nonostante tale procedimento possa condurre a risultati più accurati e pertinenti, solleva al contempo interrogativi sulla confidenzialità e l’incolumità dei dati.
Nel corso del 2023, OpenAI, l’azienda che ha sviluppato ChatGPT, ha subito una violazione della sicurezza che ha rivelato le cronologie delle chat di milioni di utenti. Tale evento ha dimostrato che persino le aziende più avanzate tecnologicamente possono essere esposte agli attacchi informatici e che i dati degli utenti possono essere compromessi. Inoltre, sussiste la possibilità che OpenAI ceda alcune delle informazioni raccolte a terzi per finalità di marketing e commerciali.

Prompt per l’immagine: Un’immagine iconica e metaforica che rappresenta i rischi per la privacy nell’uso di ChatGPT. L’immagine dovrebbe includere tre entità principali: 1. Un cervello umano stilizzato: Rappresenta gli utenti che interagiscono con ChatGPT. Il cervello dovrebbe essere raffigurato in stile naturalista, con una texture che richiami la corteccia cerebrale, ma con un’aura di vulnerabilità.
2. Un chatbot stilizzato (ChatGPT): Rappresentato come un’entità digitale astratta, forse una nuvola di dati che assume una forma vagamente umanoide. Lo stile dovrebbe essere impressionista, con pennellate leggere e colori che suggeriscono sia intelligenza che opacità.
3. Un lucchetto aperto: Simboleggia la vulnerabilità dei dati personali. Il lucchetto dovrebbe essere disegnato in stile naturalista, con dettagli che ne evidenziano la fragilità e l’esposizione.
Lo stile generale dell’immagine dovrebbe essere ispirato all’arte naturalista e impressionista, con una palette di colori caldi e desaturati per creare un’atmosfera di riflessione e cautela. L’immagine non deve contenere testo e deve essere semplice e unitaria, facilmente comprensibile.
Cosa non rivelare mai a ChatGPT
Per tutelare la tua sfera privata, è essenziale astenersi dal condividere determinate informazioni delicate con ChatGPT. Jennifer King, ricercatrice presso lo Stanford Institute for Human-Centered Artificial Intelligence, ha delineato cinque categorie di dati che non dovrebbero mai essere comunicate al chatbot:
1. Informazioni sull’identità: Non comunicare in alcun modo la propria data di nascita, l’indirizzo di residenza, il numero di telefono, i dati relativi alla patente di guida o al documento di espatrio.
2. Risultati medici: Evitare di richiedere ragguagli su specifiche condizioni cliniche, in quanto ciò potrebbe esporre le proprie informazioni a rischi di sottrazione.
3. Dati di accesso: Non divulgare mai password, codici PIN o quesiti di sicurezza, in quanto ciò potrebbe mettere a repentaglio la protezione dei propri account.
4. Informazioni aziendali: Non svelare dati sui clienti o informazioni commerciali riservate, in quanto ciò potrebbe violare gli accordi di riservatezza professionale.
5. Informazioni finanziarie: Non trasmettere mai il numero di conto corrente, le retribuzioni o la propria posizione fiscale.
## Come disattivare la raccolta dati
Fortunatamente, OpenAI concede agli utenti l’opportunità di disattivare la funzionalità di raccolta dati di ChatGPT. Fino all’estate del 2024, era necessario completare un modulo apposito nel portale della privacy del sito di OpenAI per esercitare il diritto alla riservatezza. *A partire dalla fine del 2024, tuttavia, è possibile inibire direttamente questa funzione tramite l’applicazione mobile o il sito web, dopo aver effettuato l’accesso con il proprio account personale.
I passaggi per disabilitare la raccolta dati sono i seguenti:
1. Clicca sul tuo profilo personale.
2. Clicca su “Impostazioni” e seleziona la sezione “Controllo dati”.
3. Disattiva la voce “Migliora il modello per tutti” attraverso l’apposito flag.
Disattivando questa opzione, impedirai a OpenAI di utilizzare i tuoi dati per addestrare i modelli futuri.
## Privacy nell’era dell’IA: un imperativo etico
La questione della privacy nell’era dell’intelligenza artificiale non è solo una questione tecnica, ma anche etica. È responsabilità delle aziende sviluppatrici di IA garantire che i dati degli utenti siano protetti e utilizzati in modo trasparente e responsabile. Allo stesso tempo, è compito degli utenti informarsi sui rischi potenziali e adottare misure adeguate per proteggere la propria privacy.
L’intelligenza artificiale offre enormi opportunità per migliorare la nostra vita, ma è fondamentale che il suo sviluppo avvenga nel rispetto dei diritti fondamentali e dei valori etici. Solo in questo modo potremo sfruttare appieno il potenziale di questa tecnologia senza compromettere la nostra privacy e la nostra sicurezza.
Amici lettori, riflettiamo un attimo. Avete presente il machine learning, quella capacità dell’IA di imparare dai dati? Ecco, è proprio questa la chiave di tutto. Più informazioni forniamo, più l’IA diventa “intelligente”, ma a quale costo? E poi, pensate alle reti neurali, quelle strutture complesse che simulano il funzionamento del cervello umano. Sono loro che permettono a ChatGPT di comprendere e rispondere alle nostre domande in modo così naturale. Ma se queste reti vengono alimentate con dati sensibili, il rischio di abusi diventa concreto.
È un po’ come affidare un segreto prezioso a un amico: ci fidiamo, ma non possiamo mai essere completamente certi che il segreto rimarrà tale. Quindi, la prossima volta che interagite con un’IA, ricordatevi di proteggere la vostra privacy, perché, in fondo, è uno dei beni più preziosi che abbiamo.