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- Il 33% degli studenti teme che l'IA possa precludere opportunità lavorative future.
- Il 27% degli intervistati ritiene che l'IA possa ostacolare il loro percorso verso la realizzazione personale.
- Solo il 19% non teme per la propria occupabilità in un futuro dominato dall'intelligenza artificiale.
- Il 34% degli studenti utilizza sempre o spesso strumenti di intelligenza artificiale generativa, come Chat GPT.
- Il 43,6% degli esperti considera la formazione la chiave di volta per affrontare i rischi legati all'IA.
In un contesto di rapida evoluzione tecnologica, i giovani italiani esprimono preoccupazioni significative riguardo all’impatto dell’intelligenza artificiale (IA) sul loro futuro lavorativo. Secondo una recente ricerca condotta da Skuola.net in collaborazione con ELIS, su un campione di 2.500 studenti delle scuole superiori, emerge che uno studente su tre teme che il machine learning e gli algoritmi possano precludere loro opportunità lavorative. Solo uno su dieci considera la presenza di lavoratori stranieri come una minaccia.
L’innovazione tecnologica, in particolare l’IA, non è vista dalle nuove generazioni come un’alleata, ma piuttosto come un nemico. Una porzione significativa degli studenti intervistati (27%) ritiene che l’intelligenza artificiale possa ostacolare il loro percorso verso la realizzazione personale. Una fetta più piccola (8%) si sente già sconfitta, considerando di dover rinunciare ai propri sogni a causa dell’IA. Solo un quinto (19%) non teme per la propria occupabilità in un futuro dominato dall’intelligenza artificiale.
Le preoccupazioni sono maggiori tra i ragazzi, che sono più orientati verso i settori tecnici: tra loro, i sfiduciati superano il 40%, mentre tra le ragazze la percentuale è poco sotto la media (33%). Questo timore è legato all’uso massiccio della tecnologia da parte delle aziende e delle imprese, e non riguarda solo le prospettive individuali. Molti estendono questa preoccupazione all’intero sistema produttivo: un intervistato su quattro ritiene che ogni settore sia a forte rischio, mentre il 30% pensa che i problemi saranno limitati solo ai comparti votati al digitale.
La Formazione e l’Approccio dei Giovani all’Intelligenza Artificiale
Nonostante queste preoccupazioni, solo una minoranza degli studenti si sta formando per essere pronta alla sfida dell’IA. Un terzo degli studenti (34%) utilizza sempre o spesso strumenti di intelligenza artificiale generativa, come Chat GPT, mentre uno su quattro non li ha mai provati. Tuttavia, tra “smanettare” e saper usare, c’è una differenza importante. Solo il 28% si informa assiduamente sui progressi del machine learning, leggendo articoli e seguendo corsi o tutorial online.
I ragazzi si sforzano di più delle ragazze: i primi, a prepararsi sull’IA, sono il 37%, contro il 22% del campione femminile. Anche il contesto familiare fa la differenza: il 46% degli studenti provenienti da famiglie agiate si sta formando su prompt e affini, contro il 30% di quelli provenienti da contesti più umili.
Il Confronto con i Lavoratori Stranieri
Un approccio completamente diverso è adottato dai giovani nei confronti dei lavoratori stranieri, specialmente migranti in fuga da contesti geopolitici critici. Contrariamente alle recriminazioni degli adulti, solo l’8% dei giovani vive con preoccupazione il multiculturalismo e la possibilità che possa peggiorare le prospettive occupazionali degli italiani in ogni settore. Per altri (44%), la minaccia potrebbe valere solo per compiti a bassa specializzazione. La maggior parte degli intervistati (48%) pensa che, con costanza e impegno, un buon lavoro si possa sempre trovare.
Gli studenti italiani, quindi, si trovano a confrontarsi in un mondo globale e tecnologico con colleghi di lavoro “artificiali” e di matrice culturale diversa. È fondamentale che acquisiscano abilità adeguate fin dai banchi di scuola. Tuttavia, per sviluppare questa sensibilità, servirebbero attività di orientamento efficaci, che spesso non ci sono: solo uno studente su cinque si sente pienamente orientato su cosa fare dopo il diploma.
La Visione degli Esperti sul Futuro del Lavoro con l’IA
La percezione dei giovani trova riscontro anche tra gli esperti. Secondo un’indagine condotta dalla Fondazione Studi Consulenti del Lavoro, il 66,7% dei “testimoni privilegiati” (istituzioni, università e rappresentanti delle parti sociali) ritiene che gli strumenti tecnologici avanzati favoriranno l’aumento della produttività, con possibili ricadute positive sui livelli salariali (47%) e sulla qualità dell’occupazione (45,3%).
L’impatto della nuova tecnologia si manifesterà tanto sull’aumento o diminuzione dei posti di lavoro quanto sulla sicurezza dei lavoratori, che può trarre giovamento dall’introduzione dell’IA (indicata al quarto posto dal 34,2% del campione). Le politiche di gestione del personale potrebbero migliorare con il supporto delle nuove applicazioni, secondo il 30,8%.
Gli esperti guardano all’IA come un’innovazione con più benefici che rischi, ma sottolineano la necessità di nuove competenze. Il rischio principale dell’avvento dell’intelligenza artificiale è l’obsolescenza delle conoscenze e l’esigenza di reskilling su vasta scala. La formazione di figure professionali è considerata la chiave di volta per affrontare i rischi connessi all’utilizzo dell’IA, con il 43,6% che la considera lo strumento più efficace per mitigare tali rischi.
Bullet Executive Summary
In conclusione, la percezione dei giovani sull’intelligenza artificiale è caratterizzata da un misto di timore e incertezza. Mentre molti vedono l’IA come una minaccia per le loro prospettive occupazionali, pochi stanno effettivamente prendendo misure per prepararsi a questa sfida. La necessità di un orientamento efficace e di una formazione mirata sulle materie STEM è evidente, per garantire che le nuove generazioni possano affrontare con successo un futuro lavorativo sempre più tecnologico.
Nozione base di intelligenza artificiale: L’intelligenza artificiale si riferisce alla capacità delle macchine di eseguire compiti che normalmente richiederebbero l’intelligenza umana, come il riconoscimento vocale, la comprensione del linguaggio naturale e la capacità di prendere decisioni.
Nozione avanzata di intelligenza artificiale: Il reskilling e l’upskilling sono processi fondamentali nel contesto dell’IA. Il reskilling implica l’apprendimento di nuove competenze per cambiare ruolo lavorativo, mentre l’upskilling riguarda l’acquisizione di competenze avanzate per migliorare le proprie capacità nel ruolo attuale. Questi processi sono essenziali per mantenere la competitività in un mercato del lavoro in continua evoluzione.
Incoraggiamo i lettori a riflettere su come l’IA stia trasformando il panorama lavorativo e su quali misure possano adottare per prepararsi al meglio a queste nuove sfide.