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- AI Act dell'Unione Europea: Un regolamento per garantire sistemi di IA affidabili e rispettosi dei diritti fondamentali, con ampi margini per l'uso del riconoscimento biometrico.
- 15 anni fa: Sistemi di riconoscimento facciale erano pensabili solo in contesti come Hong Kong e Russia; ora la loro commercializzazione è una preoccupazione in Europa.
- Hermes Center: Il policy paper evidenzia i rischi dell'IA, chiedendo un'autorità giudiziaria indipendente per autorizzare l'uso di identificazione biometrica.
Il 3 giugno 2024, a Roma, si è tenuto un convegno promosso da The Good Lobby, Privacy Network e Hermes Center, focalizzato sui rischi che l’intelligenza artificiale (IA) può comportare per i diritti umani. Questo evento ha messo in luce l’importanza di normare l’IA con una bussola etica, ponendo al centro del dibattito il ruolo della società civile nello sviluppo di nuove tecnologie e nella governance della regolamentazione. La discussione ha coinvolto vari attori, tra cui rappresentanti del Parlamento Europeo, esperti di diritti umani e organizzazioni della società civile.
L’AI Act dell’Unione Europea e le sue implicazioni
L’entrata in vigore dell’AI Act dell’Unione Europea rappresenta uno dei primi tentativi di regolamentare l’intelligenza artificiale. Questo regolamento è il risultato di un complesso lavoro di mediazione e bilanciamento tra vari attori. Martina Turola di The Good Lobby ha sottolineato come le tecnologie possano contribuire ad avanzare i diritti umani, ma anche metterli in pericolo. Gli strumenti di IA, infatti, possono produrre risultati discriminatori che violano i diritti civili, politici, economici, sociali e culturali di gruppi vulnerabili e marginalizzati.
Il regolamento europeo mira a garantire che i sistemi di intelligenza artificiale siano affidabili e rispettino i diritti fondamentali. Tuttavia, l’AI Act lascia ampi margini per l’utilizzo di sistemi di riconoscimento biometrico, in particolare facciale, negli spazi pubblici. Questo è stato evidenziato nel policy paper “I rischi dell’intelligenza artificiale: analisi e raccomandazioni per l’applicazione del regolamento europeo sull’intelligenza artificiale” elaborato da Hermes Center e The Good Lobby.
Davide Del Monte di Hermes ha concentrato il suo intervento sul rapporto tra riconoscimento facciale e tutela dei diritti. Ha ricordato come fino a 15 anni fa, questi sistemi erano pensabili solo in contesti distanti dai valori riconosciuti dall’UE, come Hong Kong e Russia. Tuttavia, la commercializzazione di queste tecnologie di sorveglianza può facilmente sfuggire al controllo anche in Europa.
Il ruolo della società civile e le preoccupazioni sollevate
La società civile europea ha espresso dubbi sulla genericità dei divieti presenti nell’AI Act, giudicando i parametri eccessivamente vaghi e suscettibili a interpretazioni diverse. Laura Ferrari di The Good Lobby ha sottolineato la necessità di adeguare il tessuto normativo nazionale alle richieste europee. Ha evidenziato due temi cruciali per la salvaguardia dei diritti: i meccanismi di redress e le garanzie per l’identificazione biometrica come strumento di indagine.
Ferrari ha chiesto che l’autorità preposta all’autorizzazione dell’utilizzo dell’identificazione biometrica sia l’autorità giudiziaria, l’unica con un’esperienza consolidata nel bilanciamento dei diritti fondamentali e delle esigenze di indagine. Inoltre, ha richiesto che l’autorità incaricata della relazione annuale sia indipendente e che il monitoraggio sia pubblico e conoscibile. Per quanto riguarda i meccanismi di redress, Ferrari ha chiesto che i cittadini abbiano il diritto di esporre denuncia per violazioni del regolamento e di chiedere spiegazioni chiare e significative sulle decisioni individuali.
Preoccupazioni globali e interventi internazionali
Il Congresso dei Poteri Locali e Regionali del Consiglio d’Europa ha sottolineato l’importanza di una regolamentazione rigorosa dell’intelligenza artificiale attraverso il prisma dei diritti umani. David Eray, portavoce del Congresso per la digitalizzazione e l’intelligenza artificiale, ha evidenziato come la transizione digitale richieda un’efficace governance multilivello, con enti locali e regionali che lavorano insieme ai governi centrali per garantire coerenza e progresso nella legislazione e nelle pratiche.
Il Consiglio d’Europa ha accolto con favore l’adozione della Convenzione sull’intelligenza artificiale, il primo trattato internazionale vincolante che stabilisce principi e regole per salvaguardare i diritti umani, la democrazia e lo Stato di diritto nella progettazione, sviluppo, uso e disattivazione dei sistemi di IA.
Amnesty International ha inviato una lettera ai comitati parlamentari europei, sottolineando l’opportunità dell’AI Act di porre fine all’uso di sistemi discriminatori di intelligenza artificiale che violano i diritti umani. Mher Hakobyan, consulente per la regolamentazione dell’intelligenza artificiale di Amnesty International, ha dichiarato che l’Unione Europea deve vietare l’uso discriminatorio di sistemi di IA che colpiscono persone e comunità marginalizzate, come migranti, rifugiati e richiedenti asilo.
Bullet Executive Summary
In conclusione, il convegno di Roma ha messo in luce le numerose preoccupazioni legate all’uso dell’intelligenza artificiale e la necessità di una regolamentazione rigorosa per proteggere i diritti umani. L’AI Act dell’Unione Europea rappresenta un primo passo importante, ma sono necessarie ulteriori misure per garantire che le tecnologie di IA non perpetuino discriminazioni e violazioni dei diritti fondamentali.
Nozione base di intelligenza artificiale: L’intelligenza artificiale si riferisce alla capacità delle macchine di eseguire compiti che normalmente richiederebbero l’intelligenza umana, come il riconoscimento vocale, la visione artificiale e il processo decisionale.
Nozione avanzata di intelligenza artificiale: Il machine learning è una branca dell’intelligenza artificiale che si basa su algoritmi che permettono alle macchine di apprendere dai dati e migliorare le loro prestazioni nel tempo senza essere esplicitamente programmate. Questo processo può portare a bias e discriminazioni se i dati di addestramento sono distorti o incompleti.
Incoraggiamo i lettori a riflettere su come l’intelligenza artificiale possa essere utilizzata in modo etico e responsabile, garantendo che i diritti umani siano sempre al centro dello sviluppo tecnologico.
- Sito ufficiale dell'Unione Europea sulla Digital Single Market, per approfondire sull'AI Act e sulle sue implicazioni
- Sito ufficiale del Garante per la protezione dei dati personali, importante per informazioni sulla tutela della privacy e diritti umani
- Sito ufficiale dell'Unione Europea sulla regolamentazione dell'intelligenza artificiale
- Commissione europea, comunicato stampa sull'accordo politico sull'Artificial Intelligence Act