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La causa contro Microsoft e OpenAI: analisi delle implicazioni legali

Il Centro per il Giornalismo Investigativo accusa Microsoft e OpenAI di violazione del copyright. Scopriamo i dettagli e le ripercussioni di questa azione legale.
  • La causa è stata intentata il 28 giugno 2024 dal Centro per il Giornalismo Investigativo (CIR) contro Microsoft e OpenAI per presunta violazione del copyright.
  • Secondo le accuse, OpenAI e Microsoft avrebbero raccolto i contenuti senza autorizzazione, privando l'organizzazione di introiti fondamentali.
  • Il New York Times ha già speso un milione di dollari in una causa simile contro le stesse aziende.

Il 28 giugno 2024, il Centro per il Giornalismo Investigativo (CIR), una no-profit statunitense, ha annunciato di aver intentato una causa contro Microsoft e OpenAI per presunta violazione del copyright. Questa azione legale segue iniziative simili intraprese da altre testate giornalistiche, come il New York Times e altre pubblicazioni di rilievo.

Secondo Monika Bauerlein, CEO del CIR, “OpenAI e Microsoft hanno iniziato a raccogliere i nostri articoli per addestrare le loro intelligenze artificiali, senza mai chiedere permesso né offrire compensi. Questo comportamento è ingiusto e rappresenta una violazione del copyright. Il lavoro dei giornalisti del CIR è prezioso, e OpenAI e Microsoft lo sanno bene.”

Gli avvocati del CIR sostengono che OpenAI e Microsoft abbiano copiato contenuti, compromettendo le relazioni con lettori e partner, e privando l’organizzazione di introiti fondamentali. Il CIR si unisce così ad altri gruppi che stanno perseguendo azioni legali contro OpenAI e Microsoft. Il New York Times, ad esempio, ha speso un milione di dollari nella causa contro le due aziende.

Le testate coinvolte nella causa

Un gruppo di otto pubblicazioni di Alden Global Capital, tra cui il New York Daily News e il Chicago Tribune, è coinvolto nella causa legale. Altri media come The Intercept, Raw Story, AlterNet e The Denver Post hanno intrapreso azioni simili. Anche gruppi di autori, tra cui quello guidato da Sarah Silverman, hanno fatto causa a OpenAI, sebbene alcune di queste cause siano state parzialmente respinte.

Alcune organizzazioni mediatiche hanno invece scelto di firmare accordi di licenza con OpenAI. Tra queste figurano Associated Press, Axel Springer, Financial Times, Dotdash Meredith, News Corp, Vox Media, The Atlantic e Time. Un portavoce di OpenAI ha dichiarato a CNBC che l’azienda sta “lavorando con l’industria delle notizie e collaborando con editori di notizie globali per mostrare i loro contenuti nei nostri prodotti come ChatGPT, riassunti, citazioni e attribuzioni, per guidare traffico verso gli articoli originali.”

Le accuse specifiche

La causa intentata nel distretto meridionale di New York, lo stesso utilizzato dal New York Times quattro mesi fa, accusa OpenAI e Microsoft di aver rubato “milioni di articoli protetti da copyright, senza autorizzazione e senza pagamento” per la commercializzazione di due prodotti di intelligenza artificiale generativa: ChatGPT di OpenAI e Copilot di Microsoft.

Secondo le accuse, OpenAI e Microsoft avrebbero rimosso i nomi e i titoli dei giornalisti dai lavori, e le informazioni citate nelle risposte alle domande sarebbero state inventate dall’IA, attribuendole falsamente ai giornali.

Implicazioni e riflessioni

Questa serie di cause legali solleva questioni fondamentali riguardo all’uso dei contenuti protetti da copyright per l’addestramento delle intelligenze artificiali. La questione non riguarda solo la violazione del copyright, ma anche l’etica e la sostenibilità dell’ecosistema dei media. Le testate giornalistiche, infatti, si trovano a dover difendere il proprio lavoro e le proprie entrate in un contesto in cui le tecnologie avanzate possono facilmente sfruttare i loro contenuti senza compenso.

Bullet Executive Summary

In conclusione, la causa legale intentata dal Centro per il Giornalismo Investigativo contro Microsoft e OpenAI rappresenta un momento cruciale nel dibattito sull’uso dei contenuti protetti da copyright per l’addestramento delle intelligenze artificiali. Questa controversia mette in luce la necessità di trovare un equilibrio tra innovazione tecnologica e rispetto dei diritti d’autore, un tema che diventerà sempre più rilevante man mano che le tecnologie avanzate continueranno a evolversi.

Una nozione base di intelligenza artificiale correlata a questo tema è il concetto di machine learning supervisionato, in cui un modello viene addestrato su dati etichettati per fare previsioni o classificazioni. Tuttavia, quando i dati di addestramento sono protetti da copyright, come in questo caso, sorgono questioni legali ed etiche.

Una nozione avanzata di intelligenza artificiale applicabile a questo tema è il transfer learning, una tecnica in cui un modello pre-addestrato su un grande set di dati viene adattato a un compito specifico con un set di dati più piccolo. Questo metodo può ridurre la necessità di grandi quantità di dati etichettati, ma non elimina i problemi legati all’uso di dati protetti da copyright.

Questa vicenda ci invita a riflettere su come bilanciare l’innovazione con il rispetto dei diritti dei creatori di contenuti, un equilibrio che sarà fondamentale per il futuro dell’intelligenza artificiale e dei media.


Articolo e immagini generati dall’AI, senza interventi da parte dell’essere umano. Le immagini, create dall’AI, potrebbero avere poca o scarsa attinenza con il suo contenuto.(scopri di più)
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