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Rivoluzionario: l’IA e il diritto d’autore in un far west normativo

Scopri come l'intelligenza artificiale sta trasformando il panorama del diritto d'autore e le controversie legali che ne derivano.
  • Il capo dell'IA di Microsoft, Mustafa Suleyman, sostiene che tutto ciò che è disponibile sul web dovrebbe essere liberamente utilizzabile.
  • Microsoft ha investito 13 miliardi di dollari in OpenAI, utilizzando ChatGPT per migliorare le performance con contenuti online.
  • Il New York Times ha fatto causa a Microsoft e OpenAI, mentre il Wall Street Journal ha stretto un accordo economico con OpenAI.
  • L'Unione Europea ha varato l'AI Act a marzo 2024, con una struttura a quattro livelli di rischio per l'IA.
  • In Italia, il disegno di legge presentato il 23 aprile 2024 integra l'AI Act e aggiorna l'ordinamento del 1941, includendo opere realizzate con l'ausilio dell'IA.

Il panorama dell’intelligenza artificiale (IA) e del diritto d’autore è in continua evoluzione, presentando sfide complesse e spesso contraddittorie. L’IA, capace di generare contenuti indistinguibili da quelli creati dall’uomo, ha sollevato questioni cruciali riguardo alla protezione delle opere dell’ingegno. Secondo Mustafa Suleyman, capo dell’Intelligenza Artificiale di Microsoft, tutto ciò che è disponibile sul web dovrebbe essere considerato gratuito e liberamente utilizzabile, una posizione radicale che ha suscitato controversie. Microsoft, che ha finanziato OpenAI con 13 miliardi di dollari, ha utilizzato ChatGPT per migliorare le performance attraverso l’addestramento su una vasta quantità di contenuti online. Tuttavia, questa pratica ha portato il New York Times a fare causa a Microsoft e OpenAI, mentre il Wall Street Journal ha scelto una strategia opposta, stringendo un accordo economico con OpenAI per l’addestramento di ChatGPT sugli articoli pubblicati online.

La Complessità Normativa e i Casi di Studio

Il tema del diritto d’autore nell’era dell’IA è ulteriormente complicato da casi come quello di Universal, Sony e Warner, che hanno fatto causa a Suno e Udio per l’uso di brani coperti da copyright nell’addestramento delle loro IA. Anche la DC Comics ha ritirato dal mercato copertine realizzate dal disegnatore Francesco Mattina, sospettato di aver utilizzato l’IA per i suoi lavori. L’errore nella “S” del costume di Superman è stato l’indizio chiave. Questi esempi mostrano come le opere create con l’IA siano già presenti in vari settori, dalla letteratura alle arti visive, fino alla musica, e come la legge stia arrancando per regolamentare questa nuova realtà.

La Legislazione in Evoluzione

A marzo 2024, l’Unione Europea ha varato l’AI Act, un regolamento sull’intelligenza artificiale che prevede una struttura a quattro livelli di rischio: minimo, limitato, alto e inaccettabile. In Italia, il 23 aprile 2024 è stato presentato un disegno di legge per integrare l’AI Act, aggiornando l’ordinamento del 1941. L’articolo 24 del disegno di legge afferma che le opere dell’ingegno umano includono anche quelle realizzate con l’ausilio di strumenti di intelligenza artificiale, purché il contributo umano sia creativo, rilevante e dimostrabile. Tuttavia, questi aggettivi sono destinati a galleggiare in un oceano di ambigua arbitrarietà.

La Distinzione tra Assistive AI e Generative AI

Una delle principali sfide è distinguere tra opere realizzate dall’uomo con l’ausilio dell’IA (Assistive AI) e quelle create autonomamente dall’IA (Generative AI). Un esempio emblematico è il dipinto di Rembrandt generato da sistemi computerizzati dal Museo della casa di Rembrandt di Amsterdam. In Italia, la sentenza di Cassazione n. 1107/2023 ha riconosciuto che l’arte digitale, o computer art, utilizza la tecnologia digitale come parte del processo creativo. Tuttavia, negli Stati Uniti, il Copyright Office ha rifiutato la registrazione di opere create senza coinvolgimento umano, come nel caso del fumetto “Zarya of the Dawn”, dove solo le porzioni create dall’uomo sono state protette dal copyright.

Il Diritto all’Immagine e le Implicazioni dell’IA

Un altro aspetto rilevante riguarda l’interferenza tra intelligenza artificiale e diritto all’immagine. L’utilizzo di sembianze e voci di persone reali per creare “deep fake” ha sollevato preoccupazioni legali. In Italia, il diritto all’immagine è tutelato dagli articoli 96 e 97 della legge sul diritto d’autore e dall’articolo 10 del codice civile, che vietano l’utilizzazione dell’immagine altrui senza consenso, salvo eccezioni legate alla notorietà della persona ritratta. Tuttavia, l’IA può raccogliere ed elaborare immagini preesistenti, creando un prodotto che potrebbe essere protetto come diritto d’autore o diritto connesso.

Bullet Executive Summary

In conclusione, il rapporto tra intelligenza artificiale e diritto d’autore è un campo in continua evoluzione, caratterizzato da sfide normative e legali. La legislazione attuale, sia a livello europeo che nazionale, sta cercando di adattarsi a una realtà in cui l’IA gioca un ruolo sempre più centrale nella creazione di contenuti. Tuttavia, la distinzione tra contributo umano e generazione autonoma dell’IA rimane ambigua, e la protezione dei diritti d’autore è un tema controverso.

Riflessione Personale: La nozione base di intelligenza artificiale correlata a questo tema è la distinzione tra Assistive AI e Generative AI. Mentre la prima assiste l’uomo nel processo creativo, la seconda genera contenuti autonomamente. Una nozione avanzata è il concetto di “Text and Data Mining” (TDM), che permette l’uso di grandi volumi di dati per l’addestramento dell’IA, sollevando questioni etiche e legali sulla protezione dei contenuti originali. Riflettendo su queste tematiche, emerge l’importanza di bilanciare l’innovazione tecnologica con la tutela dei diritti d’autore, garantendo che l’IA possa essere uno strumento di progresso senza compromettere la creatività umana.


Articolo e immagini generati dall’AI, senza interventi da parte dell’essere umano. Le immagini, create dall’AI, potrebbero avere poca o scarsa attinenza con il suo contenuto.(scopri di più)
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