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Scopri i metodi più efficaci per garantire la privacy nell’era dell’intelligenza artificiale

L'AI Act europeo stabilisce nuove normative per proteggere i dati personali e garantire un uso sicuro delle tecnologie AI generative, affrontando le preoccupazioni etiche e di sicurezza.
  • Il regolamento europeo sull'AI, AI Act, classifica le tecnologie in tre categorie di rischio: inaccettabile, alto e minimo.
  • La normativa impone che i sistemi di intelligenza artificiale siano chiari, sicuri e rispettosi dei diritti degli utenti, con particolare attenzione ai sistemi ad alto rischio.
  • Le aziende extra-UE che trattano dati di cittadini europei dovranno conformarsi alle nuove regole, un'operazione che potrebbe essere onerosa per le PMI.
  • L'AI generativa ha bisogno di quantità enormi di dati personali; nuove norme puntano a una maggiore trasparenza e gestione dei dati tramite intermediari.

Siamo in piena rivoluzione industriale. L’intelligenza artificiale generativa (GAI) è uno strumento potentissimo che permette di creare testi, immagini e video da un semplice comando. Questa tecnologia, sempre più utilizzata da persone e aziende, ha impatti potenzialmente devastanti sotto il profilo etico, sociale e politico. Gli strumenti GAI possono generare deepfake, immagini e video realistici per diffondere informazioni false, manipolare l’opinione pubblica e danneggiare la reputazione personale o professionale di un individuo. Inoltre, vi sono pericoli legati a spam, phishing e fake news. La potenza e pervasività di questa tecnologia avranno impatti significativi sulla protezione dei dati personali.

L’AI Act, il nuovo regolamento europeo, definisce le linee del campo da gioco per l’intelligenza artificiale, mettendo al centro il tema della protezione dei dati. Dall’Unione Europea arriva una spinta a valutare le implicazioni legali, etiche e tecniche dell’uso di nuovi strumenti sui diritti delle persone. Le criticità riguardano la natura dei dati raccolti, il processo di raccolta e i possibili rischi. Gli strumenti di intelligenza artificiale hanno bisogno di quantità enormi di dati per funzionare. Questi dati possono essere personali, comportamentali e raccolti attraverso il monitoraggio dell’attività online senza il consenso esplicito dell’utente. La raccolta può essere automatica (web scraping) o passare dall’interazione con l’utente tramite accordi commerciali con piattaforme di terze parti. Gli utenti potrebbero non capire come i dati vengono raccolti e usati dall’intelligenza artificiale e per quali finalità.

L’AI Act: Una Nuova Era di Regolamentazione

L’approvazione preliminare dell’Artificial Intelligence Act (AI Act) in Europa segna un passo significativo nella regolamentazione dell’intelligenza artificiale, con l’obiettivo di garantire un uso dell’IA sicuro e rispettoso dei diritti fondamentali e della democrazia. La normativa solleva preoccupazioni di privacy e sicurezza informatica per le aziende. Il regolamento, in attesa del testo definitivo, mira a stabilire un quadro per l’uso responsabile e sicuro dell’IA, con particolare attenzione ai sistemi ad alto rischio e con eccezioni per le forze dell’ordine nell’uso della biometria.

Le implicazioni normative sono complesse e potrebbero avere un impatto significativo sul trattamento dei dati personali e sulla sicurezza informatica aziendale. La chiave del regolamento è la distinzione tra sistemi di IA ad alto rischio e non, con un focus sui primi. Questi sistemi saranno soggetti a norme rigorose per garantire che non causino danni gravi o violazioni dei diritti fondamentali. La classificazione solleva preoccupazioni sulla capacità delle aziende di navigare in un panorama normativo complesso, specialmente per le piccole e medie imprese che potrebbero non avere le risorse per conformarsi.

Implicazioni per le Aziende e la Compliance

Tre anni dopo la proposta di Regolamento europeo, datata 21 aprile 2021, l’AI Act è diventato una realtà. Questo rappresenta una sfida difficile per le aziende che producono e usano queste tecnologie. L’AI Act è la prima regolamentazione organica sull’intelligenza artificiale, con un approccio basato sul rischio. La normativa riconduce le applicazioni dell’IA a tre categorie di rischio: inaccettabile, alto e limitato/minimo. Le tecnologie ad alto rischio, che possono causare danni alla salute, sicurezza, diritti fondamentali, ambiente, democrazia e Stato di diritto, sono corredate da obblighi rigorosi.

Il Regolamento sull’intelligenza artificiale ha un impatto diretto sulle imprese all’interno dell’UE e anche sulle aziende extra-UE che forniscono beni e servizi a consumatori dell’Unione o trattano dati relativi a persone nella stessa. Le aziende dovranno assicurarsi che i sistemi di intelligenza artificiale siano sicuri, chiari e rispettosi nei confronti degli utenti. La normativa classifica i sistemi in diverse categorie di rischio e vieta il social scoring e l’uso di sistemi di intelligenza artificiale per influenzare il comportamento delle persone in modo dannoso.

Privacy e Dati Personali nell’Era dell’Intelligenza Artificiale

L’intelligenza artificiale ha bisogno di grandi quantità di dati per funzionare. L’acquisizione dei dati presenta rischi rilevanti e le norme sulla privacy esistenti non sono sufficienti. Secondo un report della Stanford University, è necessario ripensare la privacy nell’era dell’AI. Il documento suggerisce tre strategie chiave per regolare l’uso dei dati per il funzionamento dell’AI: passare da un approccio di raccolta dati “per impostazione predefinita” a uno basato sull’opt-in, implementare una maggiore trasparenza nella catena di approvvigionamento dei dati e centralizzare la gestione delle preferenze individuali sui dati tramite intermediari affidabili.

Negli ultimi due anni, l’intelligenza artificiale ha fatto passi da gigante, con la diffusione di strumenti AI generativa come GPT-4, PaLM e Midjourney. Questi sviluppi hanno suscitato interesse e preoccupazioni globali. L’uso di dati “web scraped” da Internet per alimentare i sistemi, raccolti senza consenso o autorizzazione, ha sollevato preoccupazioni sulla provenienza dei dati e sulla conformità con le normative sulla privacy.

Bullet Executive Summary

L’AI Act rappresenta un passo avanti significativo nella regolamentazione dell’intelligenza artificiale in Europa. Le aziende devono adottare misure proattive per conformarsi alla nuova legislazione e garantire la conformità continua delle pratiche di intelligenza artificiale. La normativa mira a stabilire un quadro normativo per l’IA, garantendo sicurezza e rispetto dei diritti fondamentali, promuovendo al contempo l’innovazione e la competitività per le imprese nell’UE.

Nozione base di intelligenza artificiale: L’intelligenza artificiale generativa (GAI) è una tecnologia che utilizza algoritmi avanzati per creare contenuti come testi, immagini e video da semplici comandi. Questa tecnologia ha il potenziale di rivoluzionare vari settori, ma solleva anche preoccupazioni etiche e di privacy.

Nozione avanzata di intelligenza artificiale: L’apprendimento federato è una tecnica emergente che permette di addestrare modelli di intelligenza artificiale utilizzando dati distribuiti su più dispositivi senza centralizzare i dati stessi. Questo approccio può migliorare la privacy e la sicurezza dei dati, riducendo la necessità di trasferire grandi quantità di dati sensibili.

In conclusione, l’AI Act e le discussioni sulla privacy nell’era dell’intelligenza artificiale ci invitano a riflettere su come bilanciare l’innovazione tecnologica con la protezione dei diritti fondamentali. È essenziale che le normative evolvano per affrontare le sfide poste dalle nuove tecnologie, garantendo trasparenza, responsabilità e rispetto della privacy.


Articolo e immagini generati dall’AI, senza interventi da parte dell’essere umano. Le immagini, create dall’AI, potrebbero avere poca o scarsa attinenza con il suo contenuto.(scopri di più)
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