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Allarme: il 51,8% delle imprese italiane a rischio per carenza di competenze digitali

Cresce la difficoltà delle aziende nel reperire 699mila lavoratori con competenze digitali avanzate. Scopri quali sono le regioni e le province più colpite e le strategie adottate dalle PMI.
  • Il 51,8% delle aziende italiane non riesce a trovare competenze digitali avanzate necessarie.
  • La situazione è critica per le micro e piccole imprese, con il 54,9% delle mansioni digitali scoperte.
  • In Trentino-Alto Adige, il 65,8% dei posti di lavoro con e-skills rimane vacante.
  • Le strategie adottate includono aumenti salariali (32,6%) e maggiore flessibilità degli orari di lavoro (28,5%).

La transizione digitale delle imprese italiane è a rischio a causa della crescente difficoltà nel reperire personale qualificato. Secondo una recente rilevazione di Confartigianato, le aziende necessitano di 699mila lavoratori con competenze digitali avanzate, ma non riescono a trovarne più della metà (51,8%). Questo deficit di competenze riguarda in particolare 362mila lavoratori necessari per gestire tecnologie come l’intelligenza artificiale, il cloud computing, l’Industrial Internet of Things (IoT), la data analytics, i big data, la realtà virtuale e aumentata, e la blockchain.

Il Quadro Critico per le PMI

La situazione è particolarmente critica per le micro e piccole imprese, dove il 54,9% delle mansioni che richiedono competenze digitali rimangono scoperte. A livello regionale, il Trentino-Alto Adige guida la classifica con il 65,8% dei posti di lavoro con e-skills vacanti, seguito dal Friuli-Venezia Giulia (62,6%), l’Umbria (60,3%), le Marche (57,1%), il Veneto (56,3%) e l’Emilia-Romagna (55,8%). Anche altre regioni come la Toscana (54%), la Liguria (53,1%), il Piemonte (53%), la Lombardia (52,3%) e l’Abruzzo (52%) superano la media nazionale.

A livello provinciale, Bolzano registra la percentuale più alta di posti non coperti (69,2%), seguita da Trieste (68,3%), Terni (67,5%), Udine (66,5%) e Cuneo (66%). Anche province come Lucca (64%), Lodi (63,6%), Gorizia (61,9%) e Trento (61,4%) mostrano difficoltà significative nel trovare lavoratori con competenze digitali avanzate.

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Le Strategie delle Imprese

Le aziende stanno adottando diverse strategie per affrontare la carenza di personale qualificato. Secondo il presidente di Confartigianato, Marco Granelli, le imprese devono contare su lavoratori in grado di padroneggiare le nuove tecnologie. Per attrarre giovani talenti e trattenere i lavoratori con elevate competenze ed esperienza, il 32,6% dei piccoli imprenditori punta su aumenti salariali, il 28,5% su una maggiore flessibilità degli orari di lavoro e il 24,9% sulla collaborazione con scuole tecniche e professionali.

Confartigianato sottolinea che il 72% dei lavoratori necessari alle piccole imprese deve possedere un titolo di studio tecnico o scientifico, un diploma professionale o una laurea. Questo evidenzia l’importanza di un’adeguata politica formativa e di un dialogo stretto tra il sistema scolastico e il mondo delle imprese.

La Situazione in Liguria

In Liguria, quasi ottomila imprese cercano specialisti digitali, ma oltre la metà è introvabile. I numeri evidenziano una difficoltà nel reperire personale qualificato, con il 53,1% delle aziende che non riesce a trovare i profili necessari. Questo supera la media nazionale del 51,8%. Anche in Liguria, i profili più ricercati sono quelli in grado di gestire tecnologie come l’intelligenza artificiale, il cloud computing, l’Industrial Internet of Things (IoT), la data analytics, i big data, la realtà virtuale e aumentata, e la blockchain.

Il quadro è particolarmente critico per le micro e piccole imprese, dove il 54,9% delle mansioni che richiedono competenze digitali rimangono scoperte. Le aziende liguri, come quelle di altre regioni, stanno adottando strategie per attrarre e trattenere i lavoratori qualificati, puntando su aumenti salariali, flessibilità degli orari di lavoro e collaborazioni con scuole tecniche e professionali.

Bullet Executive Summary

La transizione digitale delle imprese italiane è a rischio a causa della carenza di personale qualificato. Le aziende necessitano di 699mila lavoratori con competenze digitali avanzate, ma non riescono a trovarne più della metà. La situazione è particolarmente critica per le micro e piccole imprese, dove il 54,9% delle mansioni che richiedono competenze digitali rimangono scoperte. Le regioni più colpite sono il Trentino-Alto Adige, il Friuli-Venezia Giulia, l’Umbria, le Marche, il Veneto e l’Emilia-Romagna. Le aziende stanno adottando diverse strategie per affrontare la carenza di personale qualificato, puntando su aumenti salariali, flessibilità degli orari di lavoro e collaborazioni con scuole tecniche e professionali.

La nozione base di intelligenza artificiale correlata a questo tema è il machine learning, che permette ai sistemi di apprendere e migliorare dalle esperienze senza essere esplicitamente programmati. Questo è fondamentale per molte delle tecnologie richieste dalle imprese, come l’analisi dei dati e l’Internet of Things.

Una nozione avanzata di intelligenza artificiale applicabile a questo tema è il deep learning, una sottocategoria del machine learning che utilizza reti neurali artificiali con molti strati (deep neural networks) per analizzare grandi quantità di dati e prendere decisioni complesse. Questa tecnologia è cruciale per sviluppare applicazioni avanzate come la realtà aumentata e la blockchain, che sono tra le competenze più ricercate dalle imprese italiane.

In conclusione, la carenza di competenze digitali rappresenta una sfida significativa per la transizione digitale delle imprese italiane. È essenziale investire in formazione e promuovere un dialogo stretto tra il sistema scolastico e il mondo delle imprese per colmare questo gap e garantire un futuro prospero e tecnologicamente avanzato per il nostro paese.


Articolo e immagini generati dall’AI, senza interventi da parte dell’essere umano. Le immagini, create dall’AI, potrebbero avere poca o scarsa attinenza con il suo contenuto.(scopri di più)
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